martedì 10 giugno 2008

Tipologia di mutui / Profilo di rischio

Per comprendere bene il funzionamento del prodotto e le opportunità offerte
dalle diverse tipologie presenti sul mercato e, soprattutto, per valutare in
modo appropriato costi e rischi a carico di chi lo richiede, occorre
individuare gli elementi principali del mutuo.

Mutuo a tasso fisso
Il mutuo bancario è detto a tasso fisso in quanto, una volta scelto, il
tasso non si modifica durante la vita del contratto e, di conseguenza, la
rata rimane costante a prescindere dall'andamento del costo del denaro. Il
mutuo a tasso fisso risulta vantaggioso se, dopo la stipula del contratto,
si verifica un generalizzato aumento dei tassi, il contrario se invece i
tassi diminuiscono.
La costanza della rata nel tempo consente al mutuatario di gestire in
maniera semplificata le scadenze previste per i versamenti periodici,
soprattutto laddove non si prevedono rilevanti variazioni del reddito nel
futuro. L'incidenza della rata sulla capacità di risparmio e la
sostenibilità dei rimborsi sono di facile previsione.
Tuttavia, la certezza della rata va bilanciata con il fatto che il tasso
fisso, al momento della conclusione del contratto, si pone su livelli più
elevati di quello variabile e quindi comporta, almeno nelle fasi iniziali
dell'operazione, maggiori oneri per interessi. L'importo della rata può però
essere mitigato agendo sulla durata del contratto di mutuo. Nella pratica,
il tasso fisso si associa a durate più lunghe.

Mutuo a tasso variabile
Il mutuo è detto a tasso variabile quando la misura per il calcolo degli
interessi si modifica nel tempo in relazione all'andamento del costo del
denaro. La variazione seguirà quella registrata dall'indice cui il tasso
stesso è stato agganciato, il più frequente dei quali è l'EURIBOR.
La revisione segue la periodicità delle rate; se il rimborso avviene con
cadenza mensile, il tasso variabile avrà un riferimento temporale pari al
mese e si aggiornerà con la stessa frequenza. Viene quindi meno la certezza
circa l'entità delle rate e, al momento dell'accensione, non si conosce il
costo complessivo che l'operazione potrà avere.
Chi richiede il mutuo a tasso variabile si espone al rischio di incrementi
della rata in relazione a rincari del costo del denaro. Per contro, la
misura del tasso variabile è inferiore a quella del fisso e, a parità di
scadenza e di importo erogato, la rata iniziale risulta, anche in misura
significativa, inferiore a quella derivante dall'applicazione di un tasso
fisso.
Pertanto, la scelta del tipo di mutuo deve essere attentamente ponderata
prima della sua sottoscrizione.
Il rischio di variazioni nella misura degli interessi nel tempo può comunque
essere mitigato con la riduzione della durata del contratto. Di solito, il
tasso variabile è associato a mutui con scadenze non molto prolungate.

Mutuo a tasso misto
Il mutuo è detto misto quando consente al mutuatario di passare da una rata
costante ad una invece variabile durante la vita del contratto e viceversa.
Si ha quindi l'opportunità di modificare la misura iniziale degli interessi
nel corso della vita del mutuo sulla base delle aspettative circa l'
andamento del costo del denaro. In tal modo si ha la possibilità di gestire
in modo dinamico il rischio di tasso, contenendo gli effetti dei rialzi in
caso di tasso variabile ovvero di ribassi in caso di tasso fisso.
La facoltà tuttavia non è priva di costi aggiuntivi da riconoscere alla
banca, i quali non sempre sono facilmente individuabili in quanto spesso
impliciti nel tasso di interesse applicato.

http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/conoscere/mutuo/tipologia