martedì 30 settembre 2008

Alitalia.... il segreto che ci hanno tenuto nascosto...

Da quant'è che la vertenza turba il sonno di tante famiglie e lavoratori onesti?... qualcuno se lo ricorda?...
Un bel pò di tempo ormai... solo che in tutte queste settimane nessuno si è degnato di spiegare cosa significhi la sigla Cai... bhè... credo che non ci siano più dubbi ormai...
CAI sta per Chi Accidenti Inculiamo??
Nooooo????

domenica 28 settembre 2008

Mutui variabili come i fissi

Nessuna differenza tra tasso fisso e variabile. A guardare le migliori offerte oggi disponibili per un finanziamento da rimborsare in 20 anni, si scopre che un mutuo a tasso fisso (tendenzialmente in partenza più caro del variabile perché, a differenza di questo, permette di restare al riparo da eventuali rialzi dei tassi) costa sostanzialmente quanto un analogo a tasso variabile. Il tasso effettivo sul prestito a rata fissa proposto da Cassa di risparmio di Parma e Piacenza - al primo posto nella classifica di MutuiOnline.it - si attesta, infatti, al 5,78% contro il 5,73% della soluzione a rate variabili. Lo 0,05% in più.

I numeri parlano chiaro: siamo lontani dalle condizioni del 2004, quando il variabile costava anche il 2% in meno del fisso. Da allora, infatti, lo scenario macroeconomico è profondamente mutato: la Banca centrale europea ha ritoccato nove volte i tassi di 25 punti base (alzando il saggio ufficiale dal 2 all'attuale 4,25%). A ciò va aggiunta la crisi del credito che agita il mondo della finanza dall'agosto 2007. In questa fase, gli istituti di credito hanno meno fiducia a prestare soldi ad altre banche, perché temono che da un giorno all'altro possano svelare svalutazioni in bilancio e non siano in grado di ripagare il prestito: di conseguenza l'Euribor - che rappresenta il tasso medio dei prestiti interbancari ed è anche il parametro usato per determinare la variazione degli interessi per i mutui a tasso variabile - si è impennato su livelli record (questa mattina l'indice a un mese è balzato al 4,976%, un livello che non toccava dal 7 dicembre del 2000) penalizzando le rate agganciate a un mutuo variabile.

Ma nel futuro? A chi, come la maggior parte degli sportelli bancari, consiglia di scegliere il tasso fisso per dormire sonni tranquilli si contrappone anche una schiera di esperti che sottolineano che oggi il variabile è la soluzione più conveniente perché, dai 20 anni in su, non costa certo più del fisso e, inoltre, sconta un difficile quadro macroeconomico che nei prossimi mesi potrebbe anche migliorare. In tal caso, le rate inizierebbero la discesa.

Le proposte di mutui a 20 anni

Banca

Rata
in euro

Tasso nominale

Tasso effettivo

Tasso variabile

Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza

1.033

5,52%

5,73%

Banca Woolwich

1.062

5,52%

5,76%

Ing Direct

1.043

5,63%

5,78%

Barclays bank

1.062

5,52%

5,80%

CheBanca!

1.052

5,73%

5,88%

Banca Antonveneta

1.050

5,72%

6,02%

Banca nazionale del Llvoro

1.059

5,82%

6,07%

Banca monte dei paschi di Siena

1.059

5,82%

6,08%

Banca Ucb

1.064

5,92%

6,11%

Banca carige

1.064

5,88%

6,11%

Tasso fisso

Cassa di risparmio di Parma e Piacenza

1.037

5,56%

5,78%

Ing direct

1.051

5,72%

5,87%

CheBanca!

1.051

5,72%

5,87%

Banca carige

1.056

5,78%

6,01%

Barclays bank

1.054

5,76%

6,07%

UniCredit banca per la casa

1.069

5,94%

6,21%

Banca Antonveneta

1.075

6,00%

6,32%

Banca popolare di Lodi

1.081

6,07%

6,32%

Banca Ucb

1.079

6,05%

6,36%

Banca nazionale del lavoro

1.083

6,10%

6,37%

Mutui offerti su www.mutuionline.it Impiegato 35 anni, Milano.
Importo mutuo
 150.000, valore immobile  250.000. Rilevazioni del 23.09.08

Approfondimenti su http://vitolops.nova100.ilsole24ore.com/2008/09/mutui-variabili.html

domenica 21 settembre 2008

Mutui: i tassi hanno ricominciato a salire

Mutui: i tassi hanno ricominciato a salire
ABI, nel suo report mensile, indica agosto come il mese con i tassi più elevati. Ma proprio da Ferragosto l'Euribor aveva iniziato una leggera discesa, che si è fermata a causa della crisi innescata dal fallimento Lehman. E le banche aumentano anche gli spread.

"I tassi dei mutui, che, dopo il record di agosto, si erano raffreddati, hanno iniziato di nuovo a salire", lo ha detto Francesca Tedeschi, responsabile di Of-Osservatorio finanziario, partecipando oggi alla trasmissione Salvadanaio di Radio 24 de Il Sole 24 Ore. "Abi nel suo rapporto mensile, indica il tasso medio dei mutui di agosto come il più alto, attorno al 6%, ma è proprio a partire da Ferragosto che l'Euribor aveva iniziato la discesa, se pur minima, da 4,966 a 4,959. Da lunedì 15 settembre, invece, l'Euribor ha ricominciato la corsa".

Fino a venerdì, i centri studi di banche leader in Europa prevedevano un trend in discesa per l'Euribor a tre mesi che avrebbe dovuto raggiungere quota 4,59% a giugno 2009 per scendere ulteriormente fino al 4% a fine anno. Oggi, dopo la crisi innescata dal fallimento Lehman, il cosiddetto credit crunch potrebbe far salire ulteriormente i tassi dei mutui e dei prestiti.

"E' indispensabile che le banche taglino gli spread, cioè la maggiorazione applicata dalle banche sul tasso di riferimento: alcune banche "buone" lo hanno già fatto, altre, al contrario, hanno aumentato gli spread". Of-Osservatorio finanziario ha appena ultimato un'indagine su 20 banche che ha preso in esame l'offerta dei 20 principali gruppi bancari operanti in Italia, dall'inizio di luglio tre istituti di credito (Ing Direct, BancoPosta, Credem) sono intervenuti sui tassi applicati ai mutui, modificando al rialzo gli spread (che rappresentano il margine della banca). A novembre, un'altra banca (Barclays) aumenterà i tassi. La media oggi dei mutui, secondo l'indicatore MeteoMutuo™ di OF è del 6.0438%. » Vai all'indagine

Aprire un'impresa in Italia? Assurdo

Che aprire un'impresa in Italia e farla sopravvivere in mezzo alla giungla
di leggi e regolamenti spesso astrusi sia complicato, è cosa arcinota. Ma l'
ultima graduatoria proveniente dalla Banca Mondiale offre risultati
sconfortanti.
La graduatoria pende in considerazione numerosi parametri, dai tempi
necessari per aprire un'impresa a quelli per chiuderla, dalla flessibilità
del lavoro all'accesso al credito, dalla pressione fiscale al grado di
corruzione.
La media ponderata di questi fattori non lascia dubbi: l'Italia è bocciata
sonoramente, classificandosi al 65° posto in una graduatoria di 181 nazioni.
Davanti a noi ci sono, come era facile immaginare, quasi tutti i Paesi
occidentali, ma alcune posizioni in classifica lasciano stupiti, dal 13°
posto della Thailandia al 15° della Georgia, fino al sorprendente 1° posto
detenuto saldamente ormai da diversi anni da Singapore (seguito da Nuova
Zelanda e Stati Uniti).
Insomma, il aprire un'impresa in Italia sembra davvero difficile.

Gli Italiani preferiscono il Mutuo all' affitto

Presentati i risultati di un'inchiesta sulle tendenze nel Belpaese.
La maggior parte degli utenti di GuidaMutui.it hanno dichiarato che
preferiscono il mutuo all'affitto (87,47%) e di questi la maggior parte
(67%) lo accenderebbe al 100%. È quanto emerge da un'indagine realizzata dal
mensile GuidaMutui, attraverso il proprio sito internet, nel corso della
quale è stato interpellato un campione di oltre 1.000 italiani (campione
significativo perché interessato all'acquisto/affitto di un immobile).

La ricerca ha evidenziato che gran parte della popolazione italiana (87,47%)
ancora oggi è più propensa a comprare casa con un mutuo, piuttosto che a
vivere in una casa in affitto.
Anche il restante 12,57% che sceglie la locazione, in gran parte (61,11%) lo
fa per uno stato di necessità, in quanto la scelta di non acquistare casa
sarebbe solo una situazione temporanea, e comunque dopo qualche anno si
ricorrerebbe al mutuo.
Andando ad analizzare ancor di più i dati, si evince che oggi la maggior
parte delle persone (59,16% del totale degli intervistati) si orienterebbe
verso un mutuo al 100%, cioè che copre l'intero valore della casa.
Nei pensieri dei possibili mutuatari, al secondo posto si piazza il
finanziamento casa che copre l'80% del valore dell'immobile (19,36%) ed
infine chi anticiperebbe solo il 10% del valore della casa (12,99%).
Ricordiamo che il precedente sondaggio (febbraio 2008) aveva dato come
risultato che gran parte della popolazione italiana (65,67%) si rivolgerebbe
ad una banca per accendere un mutuo, ma allo stesso tempo si sono
evidenziate ampie potenzialità per il settore dei mediatori creditizi, una
figura professionale che sembra aver cominciato a farsi conoscere in alcuni
gruppi di popolazione (34,32%), che si affiderebbero a loro.
Anche il mercato dell'online è in crescita, infatti, il 23,66% degli
intervistati si è dichiarato disponibile a utilizzare il canale telematico,
di questi il 65% (il 15,38% del totale) si affiderebbe ad una banca online,
mentre 35% (il 8,28% del totale) ad un mediatore che opera tramite rete.
Le banche specializzate, cioè quelle che fanno della loro vocazione
principale l'erogazione di mutui, hanno guadagnato una fetta di mercato
consistente (11,24%).
Un dato interessante è che l'11,83% degli intervistati preferirebbe
accendere un mutuo con una banca diversa dalla propria. Questo dato dimostra
che circa il 18% degli intervistati non è soddisfatto della propria banca o
dei mutui che propongono.

martedì 2 settembre 2008

Petrolio-benzina: Scende il prezzo del barile ma non quello della benzina

Perchè se il prezzo del barile, PETROLIO, scende in modo consistente, quello dei carburanti non segue la stessa tendenza?.

E' la domanda che da alcuni mesi ci poniamo un po tutti, notiamo che quando il prezzo del petrolio sale anche quello dei carburanti immediatamente si allinea al rialzo mentre quando il petrolio scende non succede la stesa cosa.

Per questo le associazioni dei consumatori, Adusbef e Federconsumatori tra le prima, non ritengono piu sopportabile la cosa e chiedono con forza un taglio dei listini fino a 1,40 euro al litro.

Se ben ricordate la salita record del petrolio aveva portato il greggio sulla soglia dei 150 dollari a metà luglio, toccando con 147,27 dollari a metà luglio il massimo storico, mentre dai primi di agosto è notevolmente sceso invertendo la rotta e posizionandosi ad una quota inferiore ai 120 dollari al barile.

Ma i carburanti non sono scesi, in percentuale, allo stesso modo, anzi in linea di massima la riduzione è veramente minima.

Per questo motivo le associazioni di consumatori chiederanno "al governo di convocare immediatamente le compagnie petrolifere, come fece la scorsa estate il governo Prodi", e "all'Antitrust di intervenire con urgenza, per porre rimedio ad una situazione che andra sempre di piu peggiorando e porterà le famiglie italiane ad un collasso.

Fonte Adusbef e www.fiscaleweb.com