È giunto il momento di fare quei lavori in casa che rimandate già da qualche anno. Bisogna cambiare una parte dei mobili, spostare di qualche centimetro una parete e sostituire un paio di elettrodomestici che avete sfruttato fin quando non hanno chiesto esplicitamente di andare in pensione. La brutta sorpresa è che l’intero piano di ristrutturazione costa più di quanto avevate preventivato ma pensate che non vale la pena dividere i lavori in due puntate per aspettare di avere di nuovo i soldi per continuare. La soluzione migliore è chiedere un prestito ad una banca e restituire l’importo con calma nei mesi successivi, anche se con gli interessi.
Un prestito personale infatti vi permette di chiedere una quantità di denaro medio alta ad un istituto di credito senza dover giustificare il prestito con l’acquisto di un bene effettivo, a differenza di un prestito finalizzato come il mutuo. Unica limitazione: il finanziamento è esclusivamente dedicato ai consumatori, quindi non è previsto che quella somma possiate utilizzarla per investire in una vostra impresa. L’importo massimo che si può chiedere tramite questa soluzione, solitamente, è di circa 30 mila euro da restituire in un arco di tempo che può andare da 12 a 120 mesi.
A garanzia della restituzione del prestito le banche chiedono solitamente o la busta paga di un impiego a tempo indeterminato o la firma del garante. Questo tipo di prestito non prevede nessuna garanzia reale a monte del contratto, quindi nessuna ipoteca come succede invece nel caso della richiesta di un mutuo.