lunedì 27 settembre 2010

Gli italiani ricominciano a investire sul mattone grazie ai mutui low cost

Gli italiani ricominciano a investire sul mattone. La presenza dei
cosiddetti "mutui low cost" dovuti a tassi ai minimi storici fa sognare alle
famiglie di abitare in una casa di proprietà. Ma come fare se non si hanno i
capitali sufficienti per l'acquisto come accade sempre più spesso? È
necessario chiedere un mutuo casa.
La famiglia italiana media ha cominciato perciò a fare i conti non solo in
tasca, ma anche con una nuova terminologia che è importante conoscere per
sapere fino in fondo che tipo di contratto si sta sottoscrivendo e per non
trovarsi, più avanti, in difficoltà. A questo proposito una recente indagine
inglese ha illustrato le scarse conoscenze in fatto di mutui da parte dei
sudditi della Regina Elisabetta.
E gli italiani? Per il momento non ci sono statistiche che segnalino la
maggiore o minore dimestichezza del Belpaese con il lessico dei prestiti. È
bene allora fare un po' di chiarezza su alcuni termini che ricorrono spesso
quando si tratta di mutui per non farsi cogliere impreparati ed evitare
figuracce.
Per cominciare, oltre alla classica distinzione tra mutui a tasso fisso e
mutui a tasso variabile esistono anche i mutui misti, che consentono di
cambiare il tipo di tasso nel corso del finanziamento, quelli con il
cosiddetto "cap", il tetto massimo predefinito nei tassi variabili, e i
mutui a rata costante.
La tipologia più diffusa, indipendentemente dal tasso, è senza dubbio quella
del mutuo ipotecario. L'ipoteca rappresenta la migliore garanzia per la
banca che, in caso di insolvenza del debitore, può recuperare il debito
residuo procedendo alla vendita dell'immobile. Per quanto riguarda il
proprietario, se il pagamento delle rate procede senza intoppi il mutuatario
non si renderà nemmeno conto dell'ipoteca sulla casa e conserverà la
proprietà e l'uso dell'immobile, se invece cambia il proprietario anche l'ipoteca
cambierà proprietario dal momento che essa è legata all'immobile in
questione. Su uno stesso immobile possono essere iscritte anche più ipoteche
come garanzie a diversi finanziamenti e ciascun creditore può vantare un
diritto sull'immobile in ordine di iscrizione (ipoteca di primo, secondo,
terzo, quarto grado eccetera). Infine, dal momento che, anche quando è
estinta, l'ipoteca figurerà sempre sul Registro degli Immobili, è bene
cancellarla se si desidera vendere la casa.
Altri due termini che rientrano spesso nel lessico creditizio sono
sostituzione e surroga. Cosa sono e in cosa si distinguono?
Sostituzione e surroga sono due formule di "cambio mutuo", quando cioè il
mutuatario decide di cambiare il mutuo esistente sottoscrivendone un altro
(in genere con un altro istituto di credito). La surroga è un'operazione
senza costi a carico del mutuatario e consiste nel trasferimento del mutuo
da una banca all'altra, mentre la sostituzione comporta la chiusura del
vecchio mutuo e la contestuale accensione di un nuovo mutuo presso la nuova
banca.
Difficile dire quale delle due sia più conveniente perché dipende da vari
fattori tra cui il debito residuo e le condizioni della nuova banca rispetto
a quelle della vecchia. Con la surroga vi è solo un trasferimento dell'ipoteca
e il mutuo acceso con la nuova banca corrisponderà all'importo del debito
residuo ancora da saldare con la vecchia banca. Con la sostituzione invece
si estingue il vecchio mutuo e si accende una nuova ipoteca sull'immobile
con la possibilità di avere liquidità aggiuntiva a fronte però di costi a
carico del mutuatario.
Dal momento che ogni situazione rappresenta un unicum, è opportuno ottenere
più informazioni possibili prima di sottoscrivere un mutuo. Grazie al
comparatore del sito Supermoney, il portale di riferimento dei consumatori
italiani accreditato dall'Autorità Garante per le Comunicazioni, è possibile
confrontare le diverse offerte di mutuo presenti sul mercato adattandole
alle esigenze di ciascun utente.

Fonte:(www.doveinvestire.com)