casa come puro investimento diventerà più conveniente, rispetto a quanto si
può ottenere dal mercato azionario o da quello obbligazionario. La cedolare
secca è il risultato di una riforma della tassazione sugli affitti varata
dal Governo, ma che entrerà in vigore dall'inizio del prossimo anno, col
fine di contrastare il fenomeno, largamente diffuso, degli affitti in nero.
Attualmente, i proventi da affitti vengono tassati come il reddito da
lavoro, pertanto ad essi si applica l'aliquota Irpef più alta, tra quelle
cui è soggetto il proprietario dell'immobile: si va dal 23 per cento, per i
primi 15 mila euro di reddito, al 43 per cento, per la parte di reddito che
eccede i 75 mila euro. Con la riforma, tutti pagheranno un'unica aliquota
(la cedolare secca) del 20 per cento. Il quotidiano Italia Oggi ha calcolato
nel 3,5 per cento il rendimento netto derivante dalla locazione di un
immobile. Il calcolo è stato effettuato come rapporto tra il canone
percepito in un anno e il valore che l'immobile avrebbe se fosse messo in
vendita. Tale rapporto, per un reddito elevato, cioè sopra i 75 mila euro, è
del 5 per cento. Ad esso vanno sottratti i costi sostenuti dal proprietario:
oltre alle tasse, l'Ici e le spese di gestione straordinaria, in alcuni casi
alleviati dalle detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni. Ma è la
rivalutazione del bene la principale fonte di guadagno per i proprietari,
che rende il mattone un bene rifugio prezioso soprattutto nei momenti di
incertezza dell'economia.
Fonte: http://it.biz.yahoo.com