giovedì 2 settembre 2010

Mutui, dal 2 Settembre via al Fondo contro la crisi

Diviene attivo da domani, 2 Settembre, un nuovo aiuto alle famiglie ed al
micro-credito del Belpaese: un nuovo Fondo, dell'importo di venti milioni di
euro, che aiuterà il Belpaese nel pagamento delle rate dei mutui. Sarà
possibile sospendere queste ultime, infatti, per un massimo di 18 mesi.
Potranno accedere al Fondo di Solidarietà tutti coloro i quali abbiano in
corso un mutuo per l'acquisto dell'abitazione principale (in sostanza,
quella in cui si fissa la residenza), per un massimo di 250 mila euro,
stipulato da oltre un anno e con un Isee (Indicatore della situazione
economica equivalente) non superiore a 30 mila euro. Inoltre, ad avere
diritto sono le seguenti categorie di debitori:
che abbiano perso il posto di lavoro e siano rimasti disoccupati per almeno
tre mesi (sono quindi esclusi i cassintegrati);
che abbiano subito in famiglia il decesso o l'invalidità permanente di uno
dei componenti, purché questi partecipasse almeno per il 30% alle entrate
familiari;
che possono documentare spese di ristrutturazione dell'immobile o di
assistenza medica o infermieristica per almeno 5 mila euro all'anno;
che hanno registrato nel tempo un aumento del 20% della rata mensile
rispetto a quella precedente; la quota sale al 25% se riferita alle rate
semestrali, anche se entrambe le ipotesi appaiono, ad oggi, alquanto
improbabili.
Il modulo per effettuare la richiesta sarà reso disponibile presso l'indirizzo
online http://www.dt.tesoro.it/it/doc_hp/fondomutuipc.html, da tenere
costantemente sott'occhio sino alla pubblicazione della documentazione
necessaria. I venti milioni disponibili aiuteranno 5mila famiglie, e le
richieste saranno accolte secondo l'ordine di presentazione delle domande,
che formerà così la graduatoria finale.
Il compito del Fondo sarà quello di rimborsare alle banche, per 18 mesi, un
tasso di interesse pari non a quello del mutuo ma a quello del solo
parametro di riferimento: se un prestito variabile è ad esempio indicizzato
all'euribor 1 mese più una maggiorazione (tecnicamente si chiama spread)
dell'1,3%, il Tesoro pagherà l'equivalente dell'Euribor, ma non lo spread. A
quest'ultimo, almeno in teoria, le banche dovranno rinunciare.

Fonte: (www.ciakprestitiemutui.com)