sabato 19 luglio 2008

Spetta al mercato trovare una soluzione a Fannie Mae e Freddie Mac

«Fannie Mae e Freddie Mac sono adeguatamente capitalizzate e non sono in
pericolo di fallimento». Con queste parole Ben Bernanke, governatore della
Fed, ha cercato di spiegare alla Camera dei rappresentanti l'attuale
situazione delle due sorelle dei mutui americani. E prima di lui anche Henry
Paulson, segretario al Tesoro americano, aveva cercato di stemperare la
tensione, con parole che sembrano l'esatto opposto di quelle pronunciate da
Bernanke: «Un piano di salvataggio è necessario per rispondere alle
preoccupazioni del mercato e per aumentare la fiducia». Ma non basta, perché
a chi gli chiedeva in quale misura finanziaria il governo federale degli
Stati Uniti sarebbe intervenuto, Paulson ha risposto che «vista la
difficoltà a determinare l'esatto ammontare della linea di credito
necessaria, non proponiamo un quantitativo preciso». Il problema è che
sembra che si stia giocando un po' troppo col fuoco.

Da una parte l'atteggiamento della Federal Reserve era prevedibile, data la
linea di condotta tenuta finora, privilegiante (secondo il suo mandato) la
stabilità dei mercati. Strano, invece, che Paulson parli senza avere la
visione completa su quello che sta accadendo negli Usa. Vale la pena
ricordare come le sorelle FM, classificate come GSE (government sponsored
enterprises), detengono quote di mercato per 5,2 mila miliardi di dollari
(45% del totale), contro un Pil a stelle e strisce di 14 mila miliardi.
Quasi un mutuo americano su due è in mano a Fannie Mae o Freddie Mac. Queste
sono cifre note a tutti, operatori qualificati e non. Altrettanto note sono
le quotazioni di borsa delle due società, come anche i loro bilanci. Ma
allora perché Paulson fa finta di non sapere alcunché e tergiversa, dicendo
solo che il piano di salvataggio sarà presto pronto? Ancora, a che gioco sta
giocando Bernanke? Non contento delle sforbiciate ai tassi per «garantire
fiducia e stabilità ai mercati» che abbiamo visto da un anno a questa parte,
cerca di rassicurare gli addetti ai lavori ed i cittadini americani con l'
illusione che il mercato del finanziamento abitativo sia tutto sommato
solido. Peccato che così non sia.

Certamente anche in America, come in Italia, la soluzione ai problemi
esistenti (ma non ancora esplosi) arriva sempre troppo in ritardo. Sul
fronte italiano appunto, si pensi allo scandalo Bancopoli che ha fatto
capolino su tutti i quotidiani nell'estate 2005. Dopo di esso, il risultato
fu un riassetto notevole della struttura di Bankitalia, sebbene determinati
atteggiamenti andassero avanti per lo meno da mesi. Allo stesso modo,
secondo molti opinion-leader americani, agisce in ritardo anche la Sec (l'
equivalente americano della Consob), che lunedì prossimo introdurrà nuovi
limiti per le vendite di titoli allo scoperto, per iniziali 30 giorni. In
primis, riguarderà soltanto le grandi sorelle dei mutui ed un'altra
quindicina di società finanziarie, le maggiori. Ma non solo, perché si è già
paventata l'estensione a tutte le società quotate a Wall Street per arginare
quello che sembra essere diventato il pericolo pubblico numero uno, la
speculazione. Come se non fosse mai esistita, non avesse contribuito a
creare benessere e non avesse regalato un sistema in cui una possibilità non
si nega a nessuno.

Certo è che, nonostante i colpi (ma anche i rimbalzi) subiti, Fannie Mae non
si perde d'animo e prepara alcune contromosse, come l'emissione di un
maxibond da 3 mld di dollari con durata biennale che sarà pronto nelle
prossime settimane. Si pensa anche di rimettere mano al portafoglio per
aumentare il montante sulle obbligazioni a dieci anni, per fornire fiducia
nei risparmiatori.

Quello che stupisce però sono due operazioni con targa svizzera. Infatti,
Swiss RE e Zurich Financial Services hanno prestato a Fannie Mae e Freddie
Mac circa 10 miliardi di dollari ciascuna ed alcune domande sono legittime:
se si sono esposte in modo così veloce, forse è perché confidano in un
riequilibrio per opera del mercato? Si cerca di scongiurare l'intervento
nazionalizzativo perché consci che sarebbe un peso troppo grande per tutta
la cittadinanza statunitense?

L'impressione è che la tempesta non sia ancora passata del tutto, specie se
si metterà in mezzo la lunga mano (e visibilissima) dello stato. Con la vana
illusione di poter distribuire benefici su larga scala, spesso si sono solo
diffusi i costi di scelte di matrice sfacciatamente politica. Il caso di
Fannie Mae e Freddie Mac è nato nel mercato, ed in esso deve trovar la sua
soluzione.

approfondimenti su
http://www.loccidentale.it/articolo/spetta+al+mercato+trovare+una+soluzione+
a+fannie+mae+e+freddie+mac.0054787