martedì 15 luglio 2008

Adusbef: «Non esiste alcuna convenienza per i 3,2 milioni di cittadini indebitati a tasso variabile»

Adusbef e Federconsumatori sfidano Governo, Abi e banche, che godono di una
grancassa mediatica inusitata, a provare i risparmi promessi di 850 euro l'
anno, su ognuno dei mutui contratti dal 2004 ad oggi, che al contrario
saranno gravati di ulteriori interessi e di un allungamento del prestito,
per un mutuo ventennale, almeno di 3, 5-4 anni a tassi vigenti.
L'accordo ABI Governo si limita ad offrire al popolo dei mutuatari a tasso
variabile – una soluzione che alcune banche già offrivano da quando i tassi
hanno cominciato ad impennarsi e che ricalca in pieno un mutuo di una
primaria banca, denominato «sonni tranquilli», diventato un vero incubo per
i malcapitati sottoscrittori: se non è più sopportabile la rata lievitata a
causa dell'aumento dei tassi, si allungano i tempi di restituzione, facendo
passare un mutuo trentennale quanto meno a 35-40 anni e più.

La bufala del ministro Tremonti, che delude così le aspettative di milioni
di famiglie, è servita solamente a far passare il falso messaggio di un
cedimento delle banche, le quali non solo non restituiscono nulla ai
consumatori indebitati a tasso variabile, ma ci guadagnano due volte, sia
fidelizzando il cliente che con l'allungamento della vita residua del
debito, incamerando maggiori interessi e maggiori commissioni sulle rate.
Questa soluzione, che non è proprio né innovativa e neppure vantaggiosa per
3, 2 milioni di famiglie strozzate dalle rate, permette alle banche di
anticipare, con un meccanismo finanziario a loro favorevole, la soluzione
di un problema.

Adusbef e Federconsumatori propongono di sostituire la convenzione
Abi-Governo in via di perfezionamento, ma i cui termini sono stati
curiosamente anticipati come se fosse già in vigore, con una nuova norma
che obblighi le banche a dar seguito, a costo zero, alla richiesta di
ristrutturazione del mutuo richiesta dal cliente. Al legislatore poi la
responsabilità di valutare se non sia il caso di introdurre un livello di
tasso predefinito, come avvenne per il decreto Amato del 2000 n° 394.

Oltre a semplificare di molto le procedure, tale norma andrebbe ad
integrare – e non a contrastare - lo strumento della surroga a costo zero
del decreto Bersani vista dalle banche e dalla casta dei notai come fumo
negli occhi e mai osservata, nonostante fosse obbligatoria la sua
applicazione.
Adusbef e Federconsumatori, che depositeranno una class action contro le
banche che hanno violato la legge, per far restituire alle famiglie quanto
indebitamente lucrato(3/4 mila euro come spese di istruttoria, peritali e
notarili), invitano i cittadini a non cadere nella trappola del Governo,
per evitare una deriva di super-indebitamento conosciuto già negli Usa con i
sub-prime, che a parole il ministro dell'Economia Tremonti afferma di
combattere, salvo poi a promuoverlo nella pratica, per non disturbare
troppo il sistema bancario.