Questa l'equazione nella mente del risparmiatore che ogni giorno combatte
con l'aumento della rata variabile. In realtà il meccanismo di trasmissione
fra le decisioni prese a Francoforte non è poi così immediato: come
probabilmente ben sanno i mutuatari, i finanziamenti a tasso variabile sono
indicizzati non al tasso di riferimento della Bce (quello che Jean-Claude
Trichet e soci hanno alzato pochi minuti fa dal 4 al 4,25%, tanto per
intenderci), ma a quegli Euribor che da tempo stazionano su valori ben più
alti e che in genere si muovono in anticipo per riflettere le decisioni
future dei banchieri.
Così l'effetto del rialzo dei tassi della Bce sui tassi interbancari si è
già avuto un mese fa, quando Trichet aveva chiaramente aperto la porta a un
rialzo nella riunione di luglio. Un impatto tutto sommato limitato, in
questo caso, perché l'Euribor a un mese (base 360) è passato dal 4,39% medio
di maggio al 4,46% del fixing di stamattina mentre la scadenza a sei mesi è
salita dal 4,86% al 4,97 per cento. Tradotto in soldoni, la mossa della Bce
ha provocato un aumento di 6 euro (da 700 a 706 euro, rispetto però ai 562
euro del valore di partenza) sulla rata mensile di un prestito ventennale da
100mila euro acceso nel settembre 2005 (alla vigilia, cioè, dell'ondata di
aumenti del costo del denaro decisa da Francoforte).
Il problema per i risparmiatori, se mai, è capire se la mossa della Bce sia
isolata o sia invece il preludio a una nuova serie di rialzi. E soprattutto,
quanto a lungo possa continuare l'anomalia che vede i tassi interbancari
sensibilmente al di sopra dei saggi ufficiali a causa della crisi di fiducia
provocata dall'ondata subprime sui mercati del credito. Le previsioni degli
operatori, per il momento, scontano un altro aumento di 25 punti base dei
tassi entro dicembre e segnalano per l'Euribor a 3 mesi un valore in
crescita al 5,03% per settembre e al 5,18% per fine anno. Nel 2009, secondo
le attese di mercato, la situazione sui tassi interbancari potrebbe
cominciare a migliorare, ma con gradualità. Previsioni meno fosche rispetto
a quelle di qualche settimana fa (quando l'Euribor a tre mesi veniva
indicato addirittura al 5,40% a fine 2008), ma che ugualmente non suonano
beneaugurati per chi ha un prestito a tasso variabile.
Fonte : http://ilsole24ore.com