domenica 13 luglio 2008

Europa in Rosso: Petrolio sopra 147 dollari, Borse a picco

Nuovo massimo storico per il barile. Listini in forte calo, pesano i timori
sulla tenuta dei colossi dei mutui

NEW YORK - I rinnovati timori sulla tenuta dei colossi Usa dei mutui Fannie
Mae e Freddie Mac e i nuovi record raggiunti dalle quotazioni del petrolio
hanno provocato una vera e propria bufera - l'ennesima - sui mercati
finanziari internazionali, con nuovi, pesanti cali generalizzati sulle
principali Borse internazionali.

LA CORSA DEL GREGGIO - Il greggio ha aggiornato ancora i record storici,
superando per la prima volta i 147 dollari al barile a New York, con un
primato a quota 147,27. A nuovi massimi anche il Brent che a Londra ha
raggiunto i 147,25 dollari al barile. A far impennare i prezzi, i timori di
un deficit delle forniture per uno sciopero minacciato in Brasile, le
tensioni in Medioriente e in Nigeria.

BORSE IN FORTE CALO - Nel frattempo, per le piazze finanziarie mondiali è
stata una giornata di passione: un vero e proprio «venerdì nero» per tutte
le Borse europee, che hanno chiuso in forte e generalizzato calo. L'indice
DjStoxx dei 600 titoli maggiori quotati sui listini del Vecchio Continente
ha accusato un ribasso del 2,73%, pari a 178 miliardi di euro di
capitalizzazione bruciati nella sola seduta odierna.

EUROPA IN ROSSO - Le Borse continentali hanno pagato pegno: Francoforte ha
perso il 2,41%, Parigi il 3,09% mentre Londra ha lasciato sul terreno il
2,69%. A Milano il Mibtel ha perso il 2,48% e l'S&P/Mib il 2,68%. Pesanti i
cali in tutti i comparti, resistono in parte solo gli energetici. A Piazza
Affari, segno più per Saipem (+1,98%) e Tenaris (+1,7%), mentre crolla Buzzi
Unicem (-7,9%). In rosso anche Mediolanum (-5,83%) e Atlantia (-5,40% a
17,676 euro). Fiat (-4,25% a 9,578 euro), si è allontanata dalla soglia dei
10 euro. Pesanti vendite anche su Telecom Italia (-4,24% a 1,287 euro).

GIÙ WALL STREET - Wall Street ha chiuso in calo spinta al ribasso dai timori
sullo stato di salute delle due principali società parastatali che
garantiscono i mutui immobiliari Fannie Mae e Freddie Mac e dal nuovo picco
del costo del petrolio. Il Dow Jones ha perso l'1,14 per cento chiudendo a
quota 11.100,54 punti. Il Nasdaq ha ceduto lo 0,83 per cento per finire le
contrattazioni a 2.239,08 punti. Fannie Mae e Freddie Mac in caduta libera
sono arrivati a perdere circa il 50%. Già molto indeboliti dalla crisi, le
due società hanno quasi dimezzato il valore in Borsa sulla scia delle
indiscrezioni secondo cui potrebbero essere messi sotto tutela governativa.
Dall'inizio dell'anno Freddie ha perso oltre l'87% e Fannie più dell'81%. I
due giganti del credito immobiliare sono sotto tiro da lunedì, per i timori
di crack dopo gli allarmi lanciati sui loro livelli di patrimonializzazione.

TUTELA GOVERNATIVA - Giovedì l'ex responsabile della Fed di Saint Louis,
William Poole, ha detto che potrebbero essere insolventi e avere quindi si
aprirebbe la necessità di un salvataggio governativo. Un loro collasso, in
quanto società «sponsorizzate» dal governo, è fuori questione. Secondo il
New York Times, l'amministrazione Bush potrebbe metterli sotto tutela del
governo con un regime definito di «conservatorship». Questo, secondo gli
analisti, azzererebbe o quasi il valore dei titoli. Senza contare che - come
avvertono alcuni economisti - l'operazione comporterebbe il trasferimento
del debito delle due società nei conti federali. Le due cosità non sono
formalmente legate al governo Usa, ma dispongono di una linea di credito
garantita dall'amministrazione che permette loro di accedere a finanziamenti
a tassi inferiori rispetto alle altre banche o organismi di credito
immobiliare. La loro missione è di «fornire liquidità, stabilità e
accessibilità al mercato immobiliare».

L'INTERVENTO DEL SEGRETARIO - Il segretario al Tesoro Usa, Henry Paulson,
nel tentativo di riportare la calma tra gli investitori, che danno evidenti
segnali di nervosismo sullo stato di salute finanziaria di Fannie Mae e
Freddie Mac, ha dichiarato che l'obiettivo primario del governo è
assicurarsi che le due agenzie semigovernative che erogano mutui a tassi
agevolati mantengano la struttura attuale. «Il nostro obiettivo primario è
sostenere Fannie Mae e Freddie Mac e fare in modo che mantengano la
struttura attuale, in modo da potere portare a termine gli obiettivi
importanti che si sono prefissate», ha detto Paulson, cercando di riportare
la calma a Wall Street, dove gli investitori tremano a causa della crisi che
ha investito le due agenzie, il cui ruolo nel mercato immobiliare è
cruciale. Le due agenzie detengono o garantiscono mutui valutati
complessivamente 5.000 miliardi di dollari, oltre la metà dei 9.500 miliardi
di debito degli Stati Uniti. La principale paura degli investitori riguarda
le ripercussioni che un eventuale collasso di una o entrambe le agenzie
potrebbe avere sull'intero sistema finanziario e sull'economia americana.

http://www.corriere.it/economia/08_luglio_11/petrolio_record_2d18ea72-4f39-1
1dd-932f-00144f02aabc.shtml