A livello internazionale i tassi d'interesse ipotecari, anche nell'ultimo trimestre 2010, sono rimasti su un livello basso. Verso la fine dell'anno, tuttavia, si è dovuto registrare un aumento, soprattutto nell'ambito dellipoteche a tasso fisso di lunga durata. Questo è quanto emerge dal Barometro Ipoteche del servizio di confronto internet comparis.ch. Ad esempio, per le ipoteche a tasso fisso di 10 anni il tasso medio indicativo è incrementato di un settimo, passando dal 2,7% dell'inizio del trimestre al 3,1% al 31 dicembre 2010. Se si prende in considerazione l'intero quarto trimestre in confronto a quello precedente, per le ipoteche a tasso fisso di 10 anni di durata, si nota che i tassi d'interesse sono aumentati dal 2,8 al 2,9%. Per i proprietari d'immobili, la necessità di sapere esattamente quanto dovranno pagare d'interessi per la propria ipoteca per molti anni è di fondamentale importanza, a maggior ragione ora che i tassi sono ancora convenienti. Nel quarto trimestre 2010 è stato infatti il 60% dei proprietari di immobili a mostrare interesse per un'ipoteca a tasso fisso.
L'Italia invece ha i mutui più cari d'Europa. Lo denuncia l'Ance. Messi alle strette dalla crisi, i costruttori edili puntano il dito anche contro il caro mutui, che secondo loro finisce per costituire un ostacolo alla ripresa del mercato immobiliare. Sotto accusa le banche, che rispetto agli altri Paesi della Ue, finiscono per far pagare di più i finanziamenti per l'acquisto dell'abitazione. Per dimostrarlo l'Ance ha preso come base di riferimento i tassi sui mutui alle famiglie della Bce e ha ipotizzato un finanziamento in Italia e Eurolandia pari a 150mila euro (durata di 25 anni). Quindi ha tirato le somme: il risultato è che lo stesso mutuo in Italia costa 9mila euro in più, se sottoscritto a settembre, perché ad agosto la cifra arrivava a 17mila euro. Ma prendendo per buono settembre "è come se le famiglie italiane pagassero per dodici mesi in più rispetto a quelle europee", sottolinea l'Ance nel rapporto "Il credito nel settore delle costruzioni in Italia". Comportamento che secondo l'associazione dei costruttori è poco giustificato data la solidità delle famiglie italiane che sono fra le meno indebitate, al contrario di quanto accade in molti Paesi europei, caratterizzati da un forte indebitamento individuale". In effetti l'Abi, nell'ultimo report di dicembre evidenzia come "l'incidenza delle sofferenze dei debitori famiglia si contiene all'1,5% del totale erogato. Sotto accusa, secondo l'Ance, va messo il differenziale dei tassi di interesse tra Europa e Italia: mentre in Eurolandia a settembre i tassi medi sui mutui erano al 3,01%, in Italia la media era al 4,1%, con una differenza di un punto percentuale. Un margine che a settembre, ammette l'Ance, si è ridotto, ma che stenta a sparire. C'è una "resistenza a scendere dei tassi rispetto all'Irs a 10 anni (il tasso base di indicizzazione)", scrive l'associazione, che ricorda come la stessa Banca d'Italia nella relazione annuale, abbia denunciato il più alto livello dei tassi. Ma c'è di più, continua l'Ance, gl' italiani non solo pagano rate più salate, ma spesso sono "costretti" ad assumersi rischi di cui farebbero volentieri a meno.