martedì 7 ottobre 2008

Retroscena. Cosa succede ai mutui italiani

Anche Banca per la Casa - Gruppo Unicredit aumenterà gli spread, la
maggiorazione sui tassi Euribor e Irs, dopo Deutsche Bank, BancoPosta, Ing
Direct e Credem. L'euribor continua la sua corsa al rialzo e le banche
pagano i fondi per i mutui quattro volte di più di un anno fa prima della
crisi dei subprime. Cosa succede quando un cliente salta una rata e il mutuo
s'incaglia.

"Anche noi aumenteremo gli spread", la conferma è arrivata oggi ad
Of-Osservatorio finanziario da parte di Pasquale Giamboi, amministratore
delegato Banca per la Casa - Gruppo UniCredit a margine del convegno sui
mutui retail organizzato da Atkearney, Crif, Genworth Italia e Gruppo
MutuiOnline. L'aumento della maggiorazione applicata dalle banche ai tassi
per i mutui era già stato annunciato da Of nell'indagine su 20 banche a un
anno dalla crisi dei subprime (le banche che hanno già ritoccato all'insù
gli spread sono Deutsche Bank, BancoPosta, Ing Direct e Credem mentre
Barclays ha annunciato a Of che lo farà a partire dal prossimo novembre). I
motivi di questa decisione derivano prima di tutto dai costi elevati per i
fondi necessari per erogare i prestiti, costi che sono quadruplicati in poco
più di un anno, e, in secondo luogo, dall'aumento del rischio a causa della
crisi economica e dell'aumento dei tassi di riferimento: l'Euribor a tre
mesi in quest'ultima settimana ha raggiunto il massimo storico dal 2000,
superando quota 5,05%. Ma non è tutto: tra le motivazioni dell'aumento degli
spread c'è anche il turn over dei clienti causati dal Decreto per la
portabilità (surroga) dei mutui dell'ex Ministro Bersani. "Tenga presente
però che oggi gli spread sono scesi da una media dell'1,49% di un anno e
mezzo fa all'1,07%, con una diminuzione del 30%".

Per quanto riguarda la convenzione ABI-Mef l'amministratore delegato di BdC
ha ammesso che sarà utile soprattutto per i mutui morosi e incagliati: la
morosità s'intende quando un mutuatario non fa fronte ai suoi impegni con la
banca fino a sei mensilità, alla settima rata, infatti, un mutuo viene
considerato "incagliato". E' il primo dei tre passaggi verso il
pignoramento, a cui seguono il periodo di "sofferenza" che attiva l'azione
esecutiva e successivamente la decisione giudiziaria per l'asta dell'immobile
(pignoramento). La convenzione ABI-Mef in pratica, congelando la rata ai
valori del 2006, aiuta il cliente moroso o "incagliato" a tornare "in bonus",
cioè a pulire la sua situazione debitoria e ad uscire anche dall'elenco dei
"cattivi pagatori" con tutti le conseguenze relative.

"I clienti che chiedono il tasso fisso oggi sono quasi l'80%", ha confermato
Giamboi, "e in Italia siamo gli unici a proporre mutui a tasso fisso fino a
30 anni, molto onerosi per la banca, ma molto richiesti dalle famiglie". L'unica
strada per il futuro dei mutui rimane l'innovazione dei prodotti verso mutui
sempre più flessibili, unita però anche ad un miglioramento continuo della
rete di vendita e del rapporto con il cliente. Indispensabile per il mercato
dei mutui in particolare di quelli a tasso fisso, inoltre, è il sostegno dei
covered bond.
http://www.osservatoriofinanziario.it/of/newslarge.asp?id=488