domenica 25 maggio 2008

Mutui, il piano banche-governo si gioca sulla durata

Un'opportunità in più per tutte quelle famiglie italiane che sono state
spiazzate dal rialzo dei tassi di interesse, ma che al tempo stesso dovrà
essere valutata con attenzione dai risparmiatori prima di procedere a una
scelta definitiva. L'accordo, firmato due giorni fa tra il Ministero
dell'Economia e l'Associazione Bancaria per la rinegoziazione dei mutui a
tasso variabile stipulati prima del 2007, porterà sollievo a molte famiglie.
Ma non sarà, necessariamente, la soluzione migliore per tutti. Per capire se
e a chi converrà aderire è necessario attendere il testo integrale della
convenzione (previsto entro 30 giorni dalla data del Decreto Legge);
tuttavia, già dalle linee guida annunciate mercoledì, è possibile fare
alcune considerazioni.

Rebus durata
La soluzione presenta notevoli analogie con la categoria esistente dei mutui
a rata costante, e di questa particolare tipologia di prodotto conserva
pregi e difetti: al vantaggio di un esborso mensile ( o
trimestrale)riportato ai livelli del 2006 e che resta invariato fino al
termine del piano di ammortamento, dando così una certa tranquillità al
risparmiatore, si contrappone il rischio di vedere allungare la durata del
mutuo. Un pericolo che,nel caso dei finanziamenti che saranno rinegoziati
secondo la Convenzione, è reso ancora più reale dal fatto che la differenza
fra l'importo della rata dovuta secondo il piano di ammortamento originario
e quello risultante dal nuovo accordo viene addebitata su un conto di
finanziamento accessorio e gravata di un tasso di interesse passivo (Irs a
10 anni maggiorato di uno spread dello 0,5%, attualmente il 5,13%).

La simulazione
Ma di quanto si potrà prolungare la durata del prestito? I calcoli
effettuati da Il Sole 24 Ore per un mutuo da 100mila euro stipulato nel
settembre 2005 (come si legge nell'illustrazione a fianco) mostrano che, in
caso di adesione alla Convenzione, si ottiene fin da subito una rata più
lieve (del 6-12% a seconda della durata), ma si finisce per dover restituire
un importo maggiore di interessi ( dal 2% fino al 17%). E questo, sia
nell'ipotesi di tassi di mercato che restino invariati fino al termine del
mutuo, sia nel caso (più realistico e favorevole al cliente)che gli Euribor
ripercorrano l'andamento al rialzo e al ribasso di questi ultimi 3 anni. La
differenza si traduce in un prolungamento del prestito(necessario per
restituire quanto si è accumulato nel conto accessorio di finanziamento) che
può variare dai 3 mesi del caso più favorevole (mutuo a 10 anni con
andamento tassi di mercato) ai 52 mesi dell'ipotesi peggiore (mutuoa 20 anni
con livello futuro dei tassi invariato).

A chi conviene
La convenienza ad aderire alla rinegoziazione andrà naturalmente valutata
per ogni singolo caso, anche perché sarà soprattutto la situazione
finanziaria della famiglia a fare la differenza. Per tutti coloro che
incontrano serie difficoltà nell'onorare il pagamento delle rate, infatti,
la soluzione proposta dall'accordo Abi-Ministero dell'Economia potrebbe
risultare una via di uscita utile e probabilmente inevitabile, anche se si
dovesse tradurre alla lunga in un maggior onere. Diverso, naturalmente, è il
discorso per chi è ancora in grado di sopportare il rincaro di questi ultimi
mesi, che può valutare anche vie alternative e probabilmente anche più
vantaggiose rispetto a quella proposta dalla Convenzione. Non si deve
dimenticare, infatti, che l'accordo non agisce sul tasso di interesse, che
continua a restare variabile, e neppure sullo spread (la differenza
applicata dalle banche sui tassi di mercato). Quest'ultimo, specie tra i
prodotti datati, può essere di gran lunga più elevato rispetto a quello
praticato sui nuovi prodotti e bussare alla propria banca per tentare di
abbassarlo potrebbe rivelarsi una soluzione più appropriata.

fonte
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/05/mut
ui-banche-governo.shtml?uuid=0f22f9b6-2894-11dd-ad01-00000e25108c&DocRulesVi
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