venerdì 30 maggio 2008

I mutui di Tremonti

Dopo le parole, i fatti. Si potrà pagare dei meno, oggi, per pagare più a
lungo e con gli interessi. I vantaggi? Più per le banche che per i loro
clienti


Già al primo consiglio dei ministri del nuovo governo il problema mutui è
stato risolto.

Chi oggi è in difficoltà finanziarie a pagare la rata del mutuo potrà
trovarsi in futuro, non appena la convenzione con le banche verrà messa a
punto, con una rata più leggera.

Alla fine anche i nostri governanti, l'Associazione Bancaria Italiana (ABI),
l'Antitrust e pochi altri hanno scoperto quello che praticamente tutti gli
operatori finanziari conoscevano da tempo: l'esistenza del mutuo a rata
fissa e durata variabile. Perché proprio questo è, in pratica, l'oggetto del
decreto sui mutui. In sostanza si tratta di questo: si paga di meno oggi per
pagare (con gli interessi) più a lungo.

Vediamo, anche se non si conoscono ancora i dettagli della convenzione, come
potrà funzionare l'accordo.

Chi farà richiesta alla prima data disponibile potrà trovarsi a partire da
settembre - ottobre con una rata del mutuo pari a quella media pagata nel
2006. La differenza tra la rata dovuta in base ai tassi di mercato e quella
invece in questo modo calcolata andrà accantonata in un conto, cosiddetto
conto di finanziamento accessorio a tasso fisso. Qualora alla scadenza
naturale del contratto del mutuo il conto accessorio non fosse azzerato,
sarà necessario allungare la durata del finanziamento fino all'estinzione
del debito.

Cerchiamo di spiegare meglio con un esempio.

Ipotizziamo un mutuo da 100.000 Euro a tasso variabile, indicizzato
all'Euribor 3 mesi più uno spread dell'1%, acceso a maggio del 2003 e
scadenza a maggio 2023 (durata 20 anni). La rata iniziale mensile era al
momento dell'accensione di 572,69 Euro. A causa del rialzo dei tassi la rata
media pagata nel 2006 è diventata di 621,41 Euro. A maggio 2008 la rata è
ulteriormente lievitata a 741,74 Euro. Chi decide di aderire a questa nuova
proposta di rinegoziazione delle condizioni del mutuo si troverà a ottobre
con una rata più leggera di circa 120 Euro (741,74-621,41=120,33).

Questi 120 Euro verranno accantonati nel summenzionato conto di
finanziamento accessorio al tasso del 5,36% (poiché alla scadenza del mutuo
mancano 15 anni si presume che il tasso praticato sia l'Eurirs a 15 anni,
attualmente pari al 4,86%, più uno spread dello 0,50%). Ogni mese fino alla
scadenza naturale del contratto si ripeterà questo meccanismo. Nell'ipotesi
di tassi costanti a maggio 2023 il debito residuo verso la banca sarà di
circa 14.750 Euro per il cui rimborso saranno necessari ulteriori 25 mesi.

Per verificare la convenienza o meno, dal punto di vista del debitore, della
rinegoziazione del mutuo usiamo l'IRR, il tasso di rendimento a scadenza di
un investimento. Nel caso di adesione alla proposta di Tremonti l'IRR è del
5,953%, nel caso del mutuo originale l'IRR è pari a 6,011%. A tassi fermi vi
è quindi un lieve vantaggio a rinegoziare il mutuo.

Se il tasso Euribor (e/o l'Eurirs) dovesse però scendere (e potete
scommetterci che scenderà, almeno in un prossimo futuro) il vantaggio si
capovolgerà a favore della banca.

A fronte di un eventuale piccolo onere (spread dello 0,50% invece di uno
dell' 1,00% generalmente praticato) le banche riceveranno un probabile
beneficio economico dall'abbassamento dei tassi e la certezza di non farsi
sfuggire il cliente.

I vantaggi per i clienti saranno invece ben pochi se non per coloro che,
allo stato attuale, hanno difficoltà a racimolare gli importi per pagare le
rate.

Si usano così toni trionfalistici, soprattutto a scopo di immagine per
coloro che l'hanno promosso, per esaltare uno strumento già esistente, che
andrà a beneficio di pochissimi cittadini e a svantaggio di molti.

Il presidente del Consiglio con la sua moral suasion e il ministro
dell'Economia con la meno elegante fiscal suasion non devono aver fatto
molta fatica a convincere a stipulare l'accordo il sistema bancario che,
tramite il suo rappresentante, il vicepresidente ABI Pietro Modiano, ha
infine orgogliosamente affermato: "Da domani i cittadini saranno ancora più
invogliati ad andare in banca".

Certo, e i banchieri ad accoglierli.


fonte http://www.soldionline.it/a.pic1?EID=22453