venerdì 13 aprile 2012

Mutui liquidità, cordoni sempre più stretti

Il mutuo liquidità è un finanziamento a medio lungo termine, con una durata che va da un minimo di 5 anni ad un massimo di 20 anni. Normalmente viene concesso per esigenze finanziarie diverse non finalizzate, cioè come nei prestiti personali non è necessario motivare la finalità del finanziamento. Non mancano tuttavia le garanzie.

La garanzia principale è offerta dall'ipoteca sulla casa e in questo caso il mutuo si chiamerà ipotecario. Il vantaggio di questa tipologia di finanziamento è che ci verrà erogato con gli stessi tassi di un normale mutuo per acquisto di casa.

Questa tipologia di mutuo differisce dai prestiti personali non solo per durata e somma erogata, mediamente superiori, ma anche per la possibilità di scegliere il tipo di tasso. Si potrà scegliere tra tasso fisso o variabile, con il primo indicizzato all'IRS e il secondo all'EURIBOR.

Dei due il più conveniente è il secondo, tanto più che l'ultima iniezione di liqudità della Bce ha portato ad un certa riduzione dei tassi. Resta, tuttavia, la reticenza delle banche nel concedere questo tipo di finanziamento. Rappresenta, infatti, un'esigua porzione del mercato totale dei mutui, solo il 3%, una vera e propria nicchia.

La motivazione principale di tale reticenza deriva dal fatto che spesso, proprio perché non finalizzato, non è semplice capire come verrà impiegato il denaro. Pertanto le banche effettuano con attenzione la valutazione del merito creditizio del cliente di turno.

La somma erogata per quanto mediamente superiore a quella di un normale finanziamento (si parla di 100.000 euro contro i 20.000- 50.000 dei secondi) non potrà avere normalmente un loan to value superiore al 50% del valore dell'immobile.

Per tutte queste caratteristiche è una soluzione di finanziamento richiesta per esigenze sopravvenute in situazioni di scarsa liquidità. Va detto, però, che nei costi del prestito andranno considerati anche gli atti notarili e quelli relativi all'imposta sostitutiva.

da http://www.mutui.com/

lunedì 26 marzo 2012

Mutui casa: cosa cambia con il decreto sulle liberalizzazioni

Il decreto sulle liberalizzazioni è legge. La Camera l'ha approvato con 365 sì e solo 61 no. La legge impatterà, come ci si attendeva, sul settore dei mutui casa e per più aspetti, ma restano sul tavolo parecchie perplessità.

Il primo aspetto ad essere coinvolto sarà l'offerta da parte delle banche di polizze assicurative. Secondo l'art. 28 (assicurazioni connesse all'erogazione di mutui immobiliari) le banche, gli istituti di credito e gli intermediari finanziari se condizionano l'erogazione del mutuo alla stipula di un contratto di assicurazione sulla vita sono tenuti a sottoporre al cliente almeno due preventivi di due differenti gruppi assicurativi. Il cliente è comunque libero di scegliere sul mercato la polizza sulla vita più conveniente che la banca è obbligata ad accettare senza variare le condizioni offerte per l'erogazione del mutuo immobiliare o del credito al consumo.

Il comma 3 dello stesso articolo prevede l'estensione di quanto detto oltre che alla sottoscrizione di una polizza assicurativa erogata dalla medesima banca, istituto o intermediario anche all'apertura di un conto corrente presso la medesima banca, istituto o intermediario. La norma verrebbe pertanto ad essere estesa anche alle altre tipologie di polizze (polizze casa) e all'obbligatorietà di aprire un conto corrente presso la Banca erogatrice del finanziamento.

Da domani, pertanto, sarà possibile richiedere un mutuo senza dover aprire un conto corrente presso la Banca che lo eroga e senza dover stipulare con essa anche delle polizze assicurative. In linea teorica questo è quello che dovrebbe accadere, ma la domanda che ne deriva è se le Banche saranno disposte a concedere tale finanziamento a queste condizioni e chi le controllerà. D'altro canto è sempre l'istituto di credito l'ultimo a decidere sulla sua fattibilità.

Novità anche per la surroga. L'art. 27-quinquies stabilisce che la surrogazione deve perfezionarsi entro il termine di dieci giorni dalla data in cui il cliente chiede al mutuante surrogato di acquisire dal finanziatore originario l'esatto importo del proprio debito residuo. Nel caso in cui la surrogazione non si perfezioni entro il termine di dieci giorni, per cause dovute al finanziatore originario, quest'ultimo è comunque tenuto a risarcire il cliente in misura pari all'1% del valore del finanziamento per ciascun mese o frazione di mese di ritardo. Resta ferma la possibilità per il finanziatore originario di rivalersi sul mutuante surrogato, nei caso in cui il ritardo sia dovuto a cause allo stesso imputabili.

Per la chiusura del mutuo, secondo quanto stabilito dall'art.27-ter, non sarà più obbligatorio l'intervento del notaio a certificare la fine dei pagamenti, sarà l'ultimo pagamento effettuato a sancire ufficialmente e automaticamente la fine del mutuo e la cancellazione delle cosiddette ipoteche perenti.

da http://www.mutui.com

giovedì 15 marzo 2012

Mutui casa: in calo nel III trimestre del 2011

Nel terzo trimestre 2011 i mutui casa sono diminuiti del 18,1% rispetto allo stesso periodo del 2010. In particolare a calare maggiormente sono stati i mutui non garantiti da ipoteca immobiliare, che si sono ridotti del 34,6%, mentre quelli con costituzione di ipoteca sono diminuiti del 6,7%. Questi i dati recentemente diffusi dall'Istat, l'Istituto di statistica nazionale.

Il calo è più contenuto se si considerano i primi nove mesi del 2011, che registrano il 7,9% in meno di mutui casa rispetto allo stesso periodo del 2010. Anche in questo caso ad esser calati maggiormente sono stati i mutui non garantiti da ipoteca immobiliare, diminuiti del 13,4% a fronte del -4,2% di quelli garantiti da ipoteca.

A livello territoriale il calo minore dei mutui senza costituzione di ipoteca si osserva nelle Isole (-19,3%), mentre i mutui garantiti da ipoteca diminuiscono in misura minore al Centro (-3,9%). Va detto, inoltre, che la diminuzione tendenziale dei mutui osservata nelle città metropolitane (-31,0% per i mutui senza costituzione di ipoteca immobiliare e -5,2% per quelli garantiti da ipoteca) è stata minore di quella registrata nelle altre città (rispettivamente, -37,0% e -7,7%).

Alle origini di questo calo nella domanda dei mutui certamente le difficoltà economico-finanziarie di molte famiglie italiane e la stretta e la maggiore selettività con cui le banche concedono mutui per l'acquisto di casa. Tuttavia il dato, soprattutto se epurato da quello relativo ai mutui senza ipoteca, non è così terrificante come si attendeva.

Difatti se la domanda dei mutui è in genere diminuita, le compravendite di abitazioni sono aumentate del 4,0% nel terzo trimestre del 2011, segnalando una lieve diminuzione solo nei primi nove mesi del 2011 (-0,9%).

Sono state le Isole a registrare gli incrementi maggiori (+10,9% e +24,2%, rispettivamente, per le compravendite ad uso residenziale e per quelle ad uso economico), mentre per il complesso delle compravendite l'aumento tendenziale osservato nelle città metropolitane (+4,1%) è di poco superiore a quello registrato negli altri centri (+3,9%).

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domenica 11 marzo 2012

Mutui: aumentate del 30% le sofferenze del settore agricolo

Le sofferenze delle aziende del settore agricolo e agroalimentare nel pagamento dei mutui 2011 sono aumentate del 30%. Questo è quanto si evince da una ricerca condotta da Coldiretti. Sul dato, di certo, pesa anche la riduzione dei consumi avvenuta l'anno scorso. Nel 2011 si è infatti verificato un calo nei consumi alimentari dell'1,3% secondo l'Istat.

A preoccupare per l'anno in corso sono gli aumenti previsti nel mese di ottobre per l'Iva, che non mancheranno di determinare effetti depressivi sulla spesa per i generi alimentari. L'Iva passerà dal 21 al 23% e nelle previsioni di Coldiretti colpirà prodotti di largo consumo come birra, vino, acqua minerale, ma anche specialità come i tartufi, mentre dall'aumento dal 10 al 12% saranno interessati carne, pesce, yogurt e uova, ma anche riso, miele e zucchero.

Accanto alle sofferenze nel pagamento dei debiti pregressi, si registra anche una stretta drammatica al credito, che porta inevitabilmente alla scarsità di liquidità da parte delle aziende del settore agricolo e agroalimentare. Tuttavia un ruolo di supplenza, quanto meno nel favorine l'accesso, è attualmente rappresentato dal sistema dei Consorzi Fidi, che attraverso il rilascio di fome di garanzia permettono l'accesso a finanziamenti a tassi agevolati.

E' il caso di CrediAgri Italia, il primo consorzio nazionale di garanzia fidi ed assistenza tecnica e finanziaria, specializzato nel settore agricolo e agroalimentare e promosso da Coldiretti. Nell'ultimo anno il Consorzio ha aumentato il volume degli affidamenti, raggiungendo uno stock di erogazioni che sfiora il miliardio di euro.

Molti gli istituti bancari partner dalle BCC ai grossi player nazionali, come Intesa San Paolo e Unicredit. Recentemente è stato sottoscritto a Roma un accordo nazionale con Monte dei Paschi di Siena volto a favorire interventi finanziari per lo sviluppo produttivo, il rafforzamento del patrimonio, la dotazione di capitale circolante e il riequilibrio finanziario con specifici strumenti dedicati. L'accordo non fa altro che sancire a livello nazionale quanto già avveniva in sede locale.

da http://www.mutui.com

mercoledì 29 febbraio 2012

Mutui ipotecari: lo spread potrebbe scendere

Nel mese di febbraio lo spread medio applicato ai mutui casa viaggia oltre i 350 punti base, sia per le offerte a tasso fisso che per quelle a tasso variabile. Ma nei prossimi mesi diversi istituti bancari potrebbero alleggerirlo.

La prima a rompere al ribasso i 300 punti base è stata Cariparma con la Campagna sui Mutui casa 2012, ma secondo indiscrezioni almeno altri due istituti di grandi dimensioni potrebbero nelle prossime settimane abbattere il costo dello spread. La speranza degli operatori è un effetto domino al ribasso anche sulle altre banche, dato che in questo caso trattasi di grossi player.

Detto questo, tuttavia, la vera sfida sarà anche quella di allargare ulteriormente le maglie del credito, in quanto le banche nel tempo sono diventate più selettive e valutano con maggior attenzione la fattibilità della proposta e la concessione del mutuo. Di questi tempi si tratta pur sempre di un finanziamento a rischio.

Pertanto lasciata evaporare l'euforia della notizia, sarà necessario iniziare a pensare ad un mutuo casa economicamente e finanziaramente sostenibile. Ma a quanto corrispondono su un mutuo di 150 mila euro da rimborsare in 25 anni 40 punti base in meno? Corrispondo a un risparmio di 6-7 mila euro, a cui si potrebbe sommare il risparmio derivante dallo scegliere un mutuo a tasso variabile più che a tasso fisso.

L'Irs, infatti, ha valori superiori a quelli registrati dall'Euribor. Si parla attualmente di un risparmio di 1,57 punti rispetto all'Euribor a 3 mesi, valore che arriva persino a 2 punti confrontandolo con l'Euribor a 1 mese. In buona sostanza ai vantaggi dell'abbassamento dello spread si potrebbero sommare quelli derivanti da un valore dell'Euribor (soprattutto a 1 mese) basso.

I mutui ipotecari a gennaio rispetto ad un anno fa hanno segnato il -44%, continuando il trend negativo della fine dell'anno scorso (-46% a novembre, -44% a dicembre). Per questo motivo i mutui casa nei prossimi mesi, contrariamente alle aspettative, potrebbe segnare una ripresa in senso favorevole.

da http://www.mutui.com/

Mutui ipotecari: addio ai finanziamenti al 100%

In tempi di crisi non solo è difficile ottenere ormai un mutuo casa al 100% del suo valore, ma persino all'80%. Lo rivela uno studio della Banca d'Italia che ha condotto un Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia. Come al solito i sondaggi arrivano a conferma di tendenze sui mutui già in atto.

Dallo studio emerge che le banche, di questi tempi, finanziano in genere fino ad un massimo del 66,9% del valore dell'immobile. Va meglio nel nordo-ovest dove il rapporto tra prestito e valore dell'immobile segna il 68,1%, mentre va peggio nel centro dove la quota scende addirittura al 61,7%.

Nel dettaglio e nel nord-ovest la quota maggiore si registra nelle aree non urbane anzichè in quelle urbane. Nelle prime tale rapporto segna il 71,3%, il valore più alto registrato in Italia, mentre nelle aree urbane registra solo il 63,7%. Nel nord-est la quota oscilla senza grandi variazioni tra il 65 e il 66%, mentre al centro la percentuale in prestito sul valore dell'immobile si ferma al 64,7% con ribassi fino al 61,7%. Nel sud e nelle isole invece la quota mostra invece una media del 67,5%.

E' evidente che, in tempi di crisi finanziaria, le banche sono restie a far credito e tali valori, forse, andrebbero maggiormente tarati al ribasso, ipotizzando anche che molti istituti ormai non concedono più del 50% del valore dell'immobile. Gli stessi tassi dei mutui tendono a premiare chi richiede un finanziamento entro tale valore, prevedendo invece dei leggeri aumenti (sebbene di qualche punto base in più) per i mutui eccedenti tale quota.

Non vi è dubbio che l'abbassamento della quota di prestito concedibile sul valore dell'immobile rappresenti un ulteriore elemento di freno nelle compravendite di case. Non è un caso che la quota di acquisti di abitazioni effettuata con accensione di un mutuo ipotecario abbia continuato a scendere, collocandosi al 63,7 % (da 67,1 nel terzo trimestre 2011). Il calo ha riguardato soprattutto le aree urbane (63,9% dal precedente 72,3%).

da http://www.mutui.com/

Mutui: verso la moratoria per piccole e medie imprese?

L'accordo sulla moratoria sui mutui delle piccole e medie imprese italiane potrebbe essere raggiunta la prossima settimana. Ad affermarlo il presidente delle piccole imprese di Confindustria, Vincenzo Boccia, dopo un incontro avvenuto al ministero dello Sviluppo Economico.

L'incontro ha riunito attorno allo stesso tavolo oltre che Boccia e il ministro stesso, Corrado Passera, il rappresentante delle banche italiane, Giuseppe Mussari. Si tratta di un tema delicatissimo, che ha riguardato con la prima moratoria già 65 miliardi di euro di rate di mutuo sospese e che, oggi come oggi, cade in un momento altrettanto significativo della vita economica del nostro Paese.

L'ipotesi è, dunque, quella di una nuova moratoria a cui potranno accedere anche quelle Pmi che hanno già beneficiato del primo avviso comune del 2009. L'ipotesi è stata rilanciata dalle piccole imprese di Confindustria dopo che a dicembre la Bce avevo erogato liquidità, quasi a costo zero (in verità all'1%), alle banche italiane. Infatti, nonostante, la gran iniezione di liquidità, le piccole e medie imprese stentano a vederne ancora i benefici, subendo purtroppo una stretta al credito erogato.

A proposito della questione del flusso Bce-banche italiane ci sono due questioni, ha affermato Boccia. Una, che andrebbe rimossa quanto prima, è la fiducia nel sistema economico italiano; la seconda, che spero riusciremo a portare a casa quanto prima, e' il nuovo avviso comune per la moratoria che spero serva per attingere una parte di quei fondi a favore di una questione che e' solo di emergenza per le imprese italiane.

All'ottimismo di Boccia, tuttavia, non fa seguito quello dell'Abi, che appena ieri aveva smentito circa un possibile accordo. Non e' stata ancora fissata alcuna data per la firma, ne' sono confermate le condizioni di un eventuale accordo su una nuova possibile moratoria del debito per le imprese, ha affermato Giuseppe Mussari, presidente dell'associazione.

da http://www.mutui.com/

Mutui ipotecari: domanda ancora in flessione a gennaio

 

A gennaio la domanda dei mutui ipotecari ha registrato una flessione pari al 41% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Si tratta di un inizio anno pesantissimo, ha commentato il Crif, sulla scia dell'anno appena trascorso, che è culminato con -46% di novembre e -44% di dicembre e che getta ombre quanto meno fosche sull'anno in corso.

Sullo sfondo non solo la cautela delle famiglie, la diminuzione vera e propria della domanda, ma anche banche più selettive. Pertanto l'anno in corso potrebbe essere più amaro del 2011 che è terminato con un calo della domanda dei mutui del -19%, riportando alla negatività la serie positiva che perdurava da appena due anni (+4% del 2008, +7% del 2009).

Se la domanda dei mutui a gennaio è in calo, la durata media si estende, con un un aumento dei finanziamenti con durata tra 20-25 anni, sebbene la scadenza preferita resti quella compresa tra i 25-30 anni, con una quota del 30% sul totale. Per l'importo medio si parla, nel rapporto del Crif, di 134 mila euro. Non moltissimi, una retromarcia dunque rispetto a quelli prevalenti nel gennaio 2009.

La tendenza a richiedere mutui con una durata piu' lunga e importi piu' contenuti rappresenta un'ulteriore conferma della cautela che sta caratterizzando il comportamento delle famiglie italiane, conferma il Crif, la centrale rischi finanziari. Con l'allungamento della durata, d'altronde, la rata del mutuo diventa anche più sostenibile da parte delle famiglie.

Del resto, aggiunge il Crif, a fronte di una domanda ancora negativamente influenzata da una elevata incertezza anche l'offerta di credito si e' indebolita, condizionata anche da politiche di erogazione che negli ultimi anni sono state piu' caute e selettive. Pertanto, in tale contesto, la richiesta di più preventivi e di analisi di fattibilità da banche diverse diventa inderogabile, quasi una necessità. Di per sé non è una certezza che il mutuo ci venga offerto, ma almeno aumenta le probabilità di una sua concessione.

da http://www.mutui.com

mercoledì 22 febbraio 2012

Mutui ipotecari: domanda ancora in flessione a gennaio

A gennaio la domanda dei mutui ipotecari ha registrato una flessione pari al 41% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Si tratta di un inizio anno pesantissimo, ha commentato il Crif, sulla scia dell'anno appena trascorso, che è culminato con -46% di novembre e -44% di dicembre e che getta ombre quanto meno fosche sull'anno in corso.

Sullo sfondo non solo la cautela delle famiglie, la diminuzione vera e propria della domanda, ma anche banche più selettive. Pertanto l'anno in corso potrebbe essere più amaro del 2011 che è terminato con un calo della domanda dei mutui del -19%, riportando alla negatività la serie positiva che perdurava da appena due anni (+4% del 2008, +7% del 2009).

Se la domanda dei mutui a gennaio è in calo, la durata media si estende, con un un aumento dei finanziamenti con durata tra 20-25 anni, sebbene la scadenza preferita resti quella compresa tra i 25-30 anni, con una quota del 30% sul totale. Per l'importo medio si parla, nel rapporto del Crif, di 134 mila euro. Non moltissimi, una retromarcia dunque rispetto a quelli prevalenti nel gennaio 2009.

La tendenza a richiedere mutui con una durata piu' lunga e importi piu' contenuti rappresenta un'ulteriore conferma della cautela che sta caratterizzando il comportamento delle famiglie italiane, conferma il Crif, la centrale rischi finanziari. Con l'allungamento della durata, d'altronde, la rata del mutuo diventa anche più sostenibile da parte delle famiglie.

Del resto, aggiunge il Crif, a fronte di una domanda ancora negativamente influenzata da una elevata incertezza anche l'offerta di credito si e' indebolita, condizionata anche da politiche di erogazione che negli ultimi anni sono state piu' caute e selettive. Pertanto, in tale contesto, la richiesta di più preventivi e di analisi di fattibilità da banche diverse diventa inderogabile, quasi una necessità. Di per sé non è una certezza che il mutuo ci venga offerto, ma almeno aumenta le probabilità di una sua concessione.

da http://www.mutui.com

mercoledì 8 febbraio 2012

Mutui casa in Lombardia: la Lega pronta ad una mozione

Il mercato immobiliare è in una fase di stallo. A confermarlo l'assessore al Territorio, il leghista Daniele Belotti, sulla base dei dati di una ricerca del Politecnico di Milano. Abbiamo ben 84 mila vani invenduti soltanto nel comune di Milano – ha detto ieri in conferenza al Pirellone l'amministratore della Lega Nord – 58 mila a Bergamo e 56 mila a Brescia.

Sono numeri molto pesanti sia per le aziende che per i liberi professionisti del settore, che potrebbero diventare ancora più preoccupanti se proseguisse questa tendenza anche nel futuro. Ovvero, l'invenduto potrebbe arrivare nel 2018 a 135 mila vani a Bergamo, 107 mila nel bresciano e 85 mila in provincia di Milano.

Inoltre molte sono le famiglie che nel 2011 hanno subito una procedura di esecuzione di sfratto o pignoramento. Si parla di circa 40 mila famiglie e altre 300 mila si trovano attualmente nell'occhio del ciclone. La Lombardia aveva già ricevuto la maglia nera per gli sfratti eseguiti nel 2010 (seguita da Emilia Romagna e Lazio) con un ammontare di 4.794 sfratti, il 16,1% del totale nazionale.

Ai margini di quest'indagine il capogruppo della Lega Nord alla Regione, Stefano Galli, ha deciso di presentare una mozione per il sostegno pubblico dell'aquisto delle abitazioni in Lombardia. Il nostro compito è di elaborare nuovi strumenti di sostegno a favore di coloro che hanno necessità di accedere ai mutui per la prima dimora, strumenti che devono provvedere anche al mantenimento delle agevolazioni dopo aver contratto il mutuo, ha affermato Galli.

Nello specifico la Lega proporrà alla regione Lombardia di acquisire, attraverso un fondo immobiliare, gli immobili delle imprese di costruzione in difficoltà finanziaria. Il fondo immobiliare, che potrebbe essere gestito da Finlombardia, potrebbe poi concedere tali immobili agli acquirenti ad un prezzo calmierato, senza vincoli asfissianti temporali. Inoltre la Lega chiederà alla giunta regionale che si attivi per abbassare gli interessi dei mutui, rinegoziando e allungando i piani di ammortamento, e che elabori nuovi strumenti a favore delle famiglie che hanno necessità di accedere a mutui per l'acquisto della prima casa.

da http://www.mutui.com/

 

lunedì 30 gennaio 2012

Mutui casa: rappresentano il 41% delle passività familiari

Mutui in pole position tra le passività finanziarie delle famiglie italiane. Ad affermarlo i dati di Bankitalia con uno studio realizzato sulla Ricchezza delle famiglie nel 2010. Secondo questi dati i mutui rappresentano una quota del 41% delle passività finanziarie delle famiglie. A seguire gli indebitamenti per esigenze di consumo (13,6%) e altre forme di prestiti (20%).

Tuttavia negli ultimi due anni la dinamica del valore dei mutui per l'acquisto dell'abitazione è fortemente rallentata e l'incremento si è stabilizzato sul 2% annuo contro un valore del 16% del periodo 1995-2009. Anche il credito al consumo ha fatto registrare una forte decelerazione, dal 20,5% in media del periodo 1995-2009 contro il 4,8% del 2009-2010. La restante categoria di presiti ha registrato invece un aumento del 12% superiore a quella media annua del 1995-2009 (3%).

Il 27,7% delle famiglie italiane è gravato dai debiti, per un importo medio pari a 43.792 euro. In particolare, per una famiglia tipo indebitata, il rapporto tra debito e reddito disponibile risulta pari al 45,6%. Nel 2010 lo stato di ricchezza familiare netta, dato dalla somma delle attività reali (immobili, aziende e oggetti di valore) e delle attività finanziarie (depositi, titoli di Stato e azioni) al netto delle passività finanziarie (mutui, prestiti e altri debiti), presentava una valore medio di 163.875 euro.

I dati di Bankitalia, pertanto, fotograno una situazione valida fino al 2010 e che nell'ultimo anno ha conosciuto importanti cambiamenti di tendenza. Secondo una recente analisi di Eurisc, il sistema di informazioni creditizie di Crif, che raccoglie i dati di oltre 78 milioni di posizioni creditizie, i mutui ipotecari nel 2011 sono stati in calo del -19%, con l'unico dato positivo registato a febbraio, quindi quasi a cavallo tra il 2010-2011, ma di certo di ben altre aspettative rispetto alla seconda metà dell'anno.

Le motivazioni di questo recente calo vanno cercate nel calo delle domande di sostituzioni e surroghe mutui. In quest'ultimo caso, dato anche gli alti tassi praticati dalla banche, le surroghe sono apparse persino meno convenienti. Resta invece la convenienza di passare da un mutuo a tasso fisso ad uno variabile, oggi come oggi, più conveniente. Inoltre per contrastare le difficoltà, secondo l'indagine Bank Next 2.0, condotta da Nextplora, gli italiani si rivolgono sempre più spesso a internet, dove è possibile trovare mutui e prodotti finanziari più a buon mercato.

da http://www.mutui.com/

giovedì 26 gennaio 2012

Mutui:la sostenibilità è di casa

La crisi finanziaria è ancora alle porte e molte sono le banche che non erogano più mutui casa. Sui giornali si susseguono oramai storie di giovani, che seppur fortunati da un punto di vista occupazionale (contratto di lavoro a tempo indeterminato), non riescono ad accedere alla possibilità di un mutuo. E questo non soltanto perché tassi e spread sono in rialzo, ma anche per diretta volontà delle banche, che hanno stretto i cordoni e si rifiutano di erogare prestiti.

Tutta colpa delle banche? Non di certo. A volte i clienti che sottopongono la loro richiesta di mutuo non sono in condizioni finanziarie per poterlo sostenere. Il focus allora si sposta a cosa può rendere un mutuo davvero sostenibile.

Per prima cosa va detto che i tempi in cui le banche erogavano anche il 100% dell'importo commerciale dell'immobile sono pressoché finiti. Oggi come oggi, per non vedersi rifiutare una richiesta, è necessario addirittura abbassare la soglia sotto l'80%, meglio se al 60%.

Un ulteriore elemento a cui prestare attenzione è non richiedere un rata di mutuo che sia superiore ad un terzo del proprio stipendio. E' la rata massima sostenibile e tale rapporto può crescere in funzione del reddito stesso. E' chiaro che in tempi di redditi alquanto stabili, se non a rischio, le banche anche su questo aspetto si muovono con molta cautela. Ma grazie ad Internet oggi è davvero facile, dato un certo importo e variando durata e tasso del prestito, calcolare una rata di mutuo che sia davvero sostenibile. Basterà effettuare più simulazioni.

Sarà pertanto opportuno, anche sulla base di queste osservazioni, rivedere le proprie aspettative e esigenze su basi più economicamente vicine alla propria situazione reddituale. Oggi è quanto mai vero l'inciso parva, sed apta mihi, che l'Ariosto fece iscrivere sull'ingresso della propria casa e cioé casa piccola, ma adatta a me.

da http://www.mutui.com/

mercoledì 25 gennaio 2012

Mutui online: il tasso misto

Secondo una recente indagine sulle delle diverse tipologie di mutui online, è emerso che solo una piccolissima percentuale degli italiani sceglie il tasso misto: vediamo insieme per quale motivo. Il tasso d'interesse può essere fisso, variabile o misto; il primo generalmente lo scelgono i prudenti, quelli che voglio avere una cifra bloccata, “fissa” appunto, e hanno bisogno di sapere con certezza quanto pagheranno ogni mese, dal primo all'ultimo giorno di finanziamento.
Il tasso variabile spesso viene visto come il più conveniente perché si muove in base agli andamenti del mercato e prevede un notevole risparmio iniziale.
Allo stesso tempo, però, è il più rischioso dato che non è possibile stabilire una cifra standard da versare alla banca tutti i mesi (con aumenti che possono anche essere considerevoli).
Infine il tasso misto; come ci dice la parola stessa si tratta di una via di mezzo dei due precedenti: questa tipologia di prestito prevede una sorta di "paracadute" per preservare il cliente da aumenti improvvisi della rata ed è flessibile, perché dà la possibilità di modificare il calcolo dell'interesse nel corso del tempo, con una sorta di aggiornamento.
E' un tasso variabile a tutti gli effetti, cioè cambia in base all'andamento del mercato e, secondo gli esperti, si tratta della soluzione migliore per risparmiare. Per quale motivo allora sono così pochi gli italiani che optano per i mutui a tasso misto? La risposta sta nella paura generale che ha causato il crollo dei mercati europei e il relativo rischio di una recessione; ecco perché si preferisce la tranquillità di un tasso fisso, soprattutto dopo il periodo nero dell'euribor nel 2008, quando molti mutuatari si ritrovarono improvvisamente a pagare una cifra impressionante.

 

 

venerdì 20 gennaio 2012

La vacanza dei sogni si trasforma in un incubo

Da giorni ormai in televisione e su tutti i giornali non si fa altro che parlare della nave da crociera che si è arenata su uno scoglio davanti all'Isola del Giglio: testimonianze strazianti dei sopravvissuti, inchieste in corso ed ipotesi sulle cause della tragedia rimbalzano da un canale televisivo all'altro, facendoci vivere in prima persona quello che sta accadendo, con un’angoscia sempre crescente per i tanti passeggeri che ancora mancano all’appello. È difficile capire cosa può essere passato nella mente delle quattromila persone che erano a bordo della nave, catapultate nel giro di pochi minuti da una vacanza da sogno in giro nel Mediterraneo ad un vero e proprio incubo. Molti passeggeri erano semplici impiegati, pensionati, gente comune che sognava da una vita una settimana in crociera. Per loro questa vacanza era il frutto di tanti sacrifici; pian piano erano riusciti a mettere qualche soldo da parte e avevano approfittato delle offerte di bassa stagione per concedersi un regalo altrimenti inarrivabile per le loro tasche. Una crociera infatti costa parecchio e tra i mutui da pagare e la crisi economica che stiamo attraversando, l’idea di una vacanza sembra quasi un'utopia. Le cause della sciagura sono ancora in fase di accertamento, ma tra le molte polemiche che girano intorno alla faccenda, c'è da rilevare soprattutto il gravissimo comportamento del capitano che, invece di gestire le operazioni di sbarco, ha pensato bene di abbandonare la nave e defilarsi il prima possibile. Ma una delle regole del mare non dice che il capitano dev'essere l'ultimo a scendere dalla nave?

Con la tecnica dell'home staging è più facile vendere casa

La tecnica dell'home staging è nata in America, durante gli anni della crisi del mercato immobiliare tra il 2000 e il 2004, con l'obiettivo di rendere più appetibile una casa e attrarre il maggior numero di clienti. Questa sorta di “messa in scena”, infatti, consente di valorizzare al massimo un immobile e di aumentare, così, le possibilità di trovare un potenziale acquirente.

 

Per semplificare la vendita case, dunque, è necessario seguire delle regole ben precise. Il punto di partenza della tecnica dell'home staging è l'accurata pulizia dell'appartamento. Per dare maggior risalto agli ambienti, occorre disfarsi di tutto quello che appare superfluo e di dimensioni inferiori ad un pallone da basket, in particolar modo se si tratta di oggetti molto personali come collezioni, fotografie. Quando un potenziale compratore, infatti, varca la soglia della vostra casa, deve poterla sentire già sua e non più la vostra.

 

Un'altra regola imprescindibile, è quella del minimo per il massimo. Oggi, il minimalismo è una tendenza sempre più diffusa nell'interior design, e probabilmente, non a torto. Se gli ambienti, infatti, sono sgombri da fronzoli e inutili soprammobili, risulteranno più ordinati e piacevoli alla vista. Dopo questa fase preliminare, si procede con la messa in scena vera e propria, ricorrendo all'aiuto di specialisti e arredatori professionisti. Se per la vendita case preferite occuparvene in prima persona, non vi resta che l'home staging fai da te. In cucina, il lavello e la rubinetteria deve tornare a splendere, così come tutte le superfici e gli utensili a vista; la camera da letto deve essere accogliente e arredata proprio come se fosse quella di un hotel a 5 stelle, il bagno deve essere ordinato, con tanto di set di asciugamani coordinati e prodotti per la cura personale sistemati come la vetrina di una profumeria.

 

giovedì 12 gennaio 2012

Mutui casa: arriva il social housing

Da anni si parla di social housing e anche quest'anno, forse non a caso, se ne torna a parlare. Ma cosa si intende per social housing, in cosa differisce dal concetto delle vecchie case popolari e quanto costerà un mutuo?
Con social housing, innanzitutto, si intendono tutti quei progetti di edilizia residenziale, da realizzare tramite accordi tra operatori pubblici e privati. Nulla di nuovo dunque rispetto all'edilizia popolare? Non proprio, in quanto i nuovi progetti dovranno essere gradevoli alla vista e da abitare e la maggior parte rientrerà anche nella classe energetica A.
Il 32,3% di questi progetti verranno realizzati in Lombardia, il 17,7% in Umbria e l'11,4% in Piemonte. Anche il Lazio, come ha affermato l'assessore regionale Teodoro Buontempo, vuol dare un forte impulso al concetto di social housing, con l'obiettivo di diventare regione pilota di questi progetti. Presenteranno un'area edificata media di 6.327 mq, per circa 80 famiglie in media con una superficie di verde pertinenziale di 5.415 mq. Si parla di un costo medio abitativo di 1.109€/mq, ma si registrano delle punte verso il basso fino a 600€/mq.
Teoricamente si potranno sia comprare che riscattare dopo averci vissuto in affitto. Per quanto riguarda l'affitto si ipotizza in media una rata compresa tra i 300 e i 469€/mese e questo anche e soprattutto nelle grandi città, dove certamente daranno una mano a single e privati nel risparmiare. Se così fosse, il loro acquisto dovrebbe toccare punte massime di 1.500-2.000€/mq, rispetto a costi di acquisto che si aggirano su valori di circa il doppio in città come Roma e Milano.
Ma l'esiguità dei progetti, meno di 200 finora, ne fanno un'arma spuntata e limitata a poche famiglie. E questo ne rappresenta, molto probabilmente, il limite maggiore, senza contare che il social housing non risolve quell'altro grande problema che famiglie e single trovano, durante l'acquisto di una prima casa, che è la ricerca di un buon mutuo. In sostanza, seppur lodevole come iniziativa, parte della partita si gioca oramai anche e soprattutto sulla liquidità che le banche presteranno ai cittadini.

da http://www.mutui.com

sabato 7 gennaio 2012

Mutui casa: a caccia di bassi tassi

Euribor, tasso BCE e IRS hanno aperto il nuovo anno in calo. Ciononostante il TAEG, tasso annuo effettivo globale, che molte banche chiedono per i mutui è cresciuto, a causa di spread schizzati alle stelle con soglie molte volte sopra il 5%. Per chi si accinge a comprare casa in questo periodo, riveste particolare importanza la valutazione dell'istituto di credito con cui accendere il mutuo e il tipo di tasso a cui sottoscriverlo.
Per i mutui a tasso fisso, oramai, le cronache parlano di tassi al di sopra del 7%, mentre per quelli variabili si supera persino il 5,5%. In sostanza risulta fortunato o abile cercatore chi riesce a sottoscriverne uno al di sotto di queste soglie.
Tuttavia l'aumento degli spread ha riguardato solo in parte le banche on line. Se tra queste delude l'offerta di Ing Direct, sorprende invece quella di CheBanca!L'istituto di credito attualmente applica uno spread del 3,05% sul tasso variabile (indicizzato all'Euribor a 3 mesi o sul tasso BCE) e uno spread del 2,65% per mutui a tasso fisso indicizzati all'IRS. Pertanto per un mutuo a tasso variabile ci si troverà a pagare un tasso del 3,98% e su quello fisso a 20 anni del 5,35%.
Per quanto riguarda le banche tradizionali, invece, sorprende l'ottima politica gestionale di Bnl, che attualmente applica uno spread del 3,1% sul variabile e del 3,3% sul fisso, cosicché per un mutuo a tasso variabile si pagherà un TAEG del 4,03% circa, mentre sul fisso del 5,70%. Non male anche l'offerta del Gruppo Valtellinese che riesce a tutt'oggi ad applicare uno spread del 3,5%, cosicché per un mutuo a tasso variabile si pagherà un TAEG del 5,2%, mentre sul fisso del 6,5%.
E' evidente che una scelta alternativa, da non sottovalutare, è optare per mutui a tasso variabili con cap, cioé con un tetto massimo applicabile. Tale tetto diventerà per noi una protezione da ulteriori rialzi dei tassi e degli spread. E' il caso della soluzione di mutuo offerta da Credito Artigiano, Creval Mutuo protetto, che prevede un cap massimo del 6%, battuta anche se di poco da Bnl, la cui offerta attualmente prevede un cap del 5,8%.

da http://www.mutui.com/