A gennaio la domanda dei mutui ipotecari ha registrato una flessione pari al 41% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Si tratta di un inizio anno pesantissimo, ha commentato il Crif, sulla scia dell'anno appena trascorso, che è culminato con -46% di novembre e -44% di dicembre e che getta ombre quanto meno fosche sull'anno in corso.
Sullo sfondo non solo la cautela delle famiglie, la diminuzione vera e propria della domanda, ma anche banche più selettive. Pertanto l'anno in corso potrebbe essere più amaro del 2011 che è terminato con un calo della domanda dei mutui del -19%, riportando alla negatività la serie positiva che perdurava da appena due anni (+4% del 2008, +7% del 2009).
Se la domanda dei mutui a gennaio è in calo, la durata media si estende, con un un aumento dei finanziamenti con durata tra 20-25 anni, sebbene la scadenza preferita resti quella compresa tra i 25-30 anni, con una quota del 30% sul totale. Per l'importo medio si parla, nel rapporto del Crif, di 134 mila euro. Non moltissimi, una retromarcia dunque rispetto a quelli prevalenti nel gennaio 2009.
La tendenza a richiedere mutui con una durata piu' lunga e importi piu' contenuti rappresenta un'ulteriore conferma della cautela che sta caratterizzando il comportamento delle famiglie italiane, conferma il Crif, la centrale rischi finanziari. Con l'allungamento della durata, d'altronde, la rata del mutuo diventa anche più sostenibile da parte delle famiglie.
Del resto, aggiunge il Crif, a fronte di una domanda ancora negativamente influenzata da una elevata incertezza anche l'offerta di credito si e' indebolita, condizionata anche da politiche di erogazione che negli ultimi anni sono state piu' caute e selettive. Pertanto, in tale contesto, la richiesta di più preventivi e di analisi di fattibilità da banche diverse diventa inderogabile, quasi una necessità. Di per sé non è una certezza che il mutuo ci venga offerto, ma almeno aumenta le probabilità di una sua concessione.