sabato 31 gennaio 2009

la convenienza del tasso variabile

scegliere un mutuo variabileScegliere il mutuo con i tassi ai minimi storici.

Dopo il taglio del costo del denaro, deciso nei giorni scorsi dalla banca centrale europea è bene rivalutare i mutui a tasso variabile.
Chi è alle prese con un mutuo infatti saprà che il tasso BCE è sceso al 2%, il minimo storico già toccato dal 2003 al 2005. Come cinque anni fa quindi stipulare un nuovo mutuoa tasso variabile può risultare molto vantaggioso, garantendo un risparmio fino al 10 % rispetto ad un mutuo a tasso fisso.

Vantaggio destinato ad aumentare, viste le previsioni sui tassi nei prossimi mesi. Le attese dei mercati e gli ultimi interventi del governatore della banca centrale  Jean Cloude Trichet fanno ipotizzare un ulteriore taglio del costo del denaro già dai prossimi giorni, indicando livelli vicini all'1.5% del tasso bce, contro il 2% dell'euribor a 3 msi nel corso del 2009. Ancora oggi, lo stesso Trichet in un'intervista a Cnbc Europe ha confermato per l'ennesima volta che la Banca Centrale Europea continuerà a fare il necessario di fronte alla crisi.


Chi sceglie di stipulare un mutuo a tasso variabile dovrà però far bene i conti sul proprio reddito disponibile, onde evitare di commettere lo stesso errore fatto da molti mutuatari negli ultimi tre anni. Basta leggere i tanti articoli pubblicati sulle pagine dei giornali nei mesi passati per trovare storie di famiglie in crisi per colpa del mutuo e più precisamente per colpa di una rata salita oltre le proprie possibilità economiche.

Occhio quindi a far bene i conti prima di scegliere e stipulare un contratto per un mutuo a tasso variabile. Quando si stipula un mutuo variabile in tempi di tassi bassi, bisogna infatti tenere conto che nel futuro gli stessi tassi saranno destinati ad aumentare, anche in modo eccessivo. E' importante quindi non lasciarsi soprendere.

Prevedere con esattezza quanto saliranno i tassi nel futuro, è ovviamente un'impresa impossibile, ma è possibile fare una stima di base, basandosi sui livelli massimi raggiunti fino ad oggi. Il livello massimo dell'euribor è stato raggiunto proprio alla fine del 2008 ( lo scorso ottobre era al 5,39%, rispetto al 2,51% di oggi).
su questa base possiamo quindi prevedere che qualora si tornasse ai livelli più alti degli indici l'esborso mensile di un prestito da 100mila euro della durata di 20 anni potrebbe registrare un rincaro di circa 160 euro.

Un aumento vicino al 30% quindi, che chi opta per il variabile deve essere pronto a sopportare nel caso di un eventuale impennata dei tassi, se non vuole correre rischi. Il margine può aumentare fino al 40% per i mutui più lunghi come i trentennali, che prevedono un ammontare di quota interessi più elevato, mentre si riduce attorno al 14% per i mutui decennali.

La vera grande novità per chi deve accendere un mutuo è rappresentata dalla possibilità di poter scegliere un mutuo a tasso variabile legato al reale costo del denaro, e non solamente all'euribor. Tale possibilità viene garantita dal recente decreto anticrisi.
L'effettiva convenienza di tale scelta comunque dovrà essere valutata caso per caso, considerando anche la maggiorazione ( lo spread ) che le singole banche applicano su questo nuovo tipo di prodotto.
Il Decreto 185/2008, infatti, stabilisce che il tasso applicato su tali contratti sia «in linea con quello praticato per le altre forme di indicizzazione offerte»: una formula che lascia spazio a differenti interpretazioni da parte degli istituti di credito, tanto che alcune banche offrono al momento mutui a tasso Bce con spread anche superiori al 2 per cento.

http://www.kredis.it/la-convenienza-del-tasso-variabile.html