venerdì 12 dicembre 2008

Il sacrificio del mutuo a tasso costante si riduce nel tempo

 

Il rincaro della rata del mutuo variabile è l'incubo di tutti coloro che hanno stipulato un mutuo a tasso variabile in un momento di tassi molto bassi. Nel corso degli anni i tassi possono tendere al rialzo rendendo l'importo della rata sempre più pesante da pagare. Un'alternativa ai mutui a tasso variabile sono i cosiddetti mutui a rata costante. Nei mutui a rata costante il rialzo dei tassi non incide sull'importo della rata semestrale del mutuo bensì sul numero delle rate del mutuo. Così, nei momenti in cui il tasso d'interesse dei mutui a tasso variabile aumenta la rata del muto da pagare ogni semestre resta uguale mentre si allunga la scadenza del contratto di mutuo stesso con una o più rate aggiuntive. In questo modo i cliente (mutuatario) può eliminare del tutto il rischio di ritrovarsi una rata più alta rispetto alle condizioni iniziali, magari incompatibile con il proprio potere di acquisto, e la banca (mutante) conserva il beneficio dei ricavi aggiuntivi dovuto al rialzo dei tassi d'interesse e riduce il rischio dell'insolvenza del mutuatario. Nel periodo in cui i tassi d'interesse si abbassano accade esattamente l'inverso, la scadenza del contratto di mutuo si abbrevia mentre la rata da pagare ogni semestre resta comunque costante. Per queste caratteristiche i mutui a rata costante sono socialmente preferibili ai normali mutui a tasso variabile. Offrono maggiore certezza e riducono il rischio d'insolvenza causato dal rincaro dei tassi.

 

Nel corso del tempo la rata ha valore costante tende ad avere un peso inferiore sul reddito nominale della persona che, al contrario, tende progressivamente ad aumentare per effetto dell'inflazione, della carriera lavorativa, del mantenimento del potere di acquisto reale ecc. Ad esempio, una famiglia con un reddito di 2000 euro al mese e con una rata di mutuo costante di 1000 euro ha un peso del mutuo pari al 50%. Dieci anni dopo il reddito della famiglia passa a 2500 euro al mese per effetto dell'aumento del reddito nominale lavorativo mentre la rata del mutuo resta al suo valore nominale di 1000 euro. Il peso (sacrificio) della rata del mutuo si riduce.

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