lunedì 9 marzo 2009

MUTUI TORNANO SOTTO IL 5% L'UE: 6 MLN DI DISOCCUPATI



Netta flessione per i tassi sui mutui casa che tornano sotto il 5% dopo oltre due anni. A gennaio il tasso medio sulle nuove operazioni (che comprende tassi fissi e variabili) è sceso al 4,78% (dal 5,08% di dicembre). Il tasso taeg, che comprende anche i costi di istruttoria, è sceso al 4,89% in gennaio (5,18% il mese precedente. I dati sono stati diffusi dalla Banca d'Italia. Per ritrovare un tasso medio sotto il livello di gennaio bisogna risalire all'ottobre del 2006: 4,74%. Il tasso Euribor a tre mesi, quello che le banche applicano fra di loro per i prestiti di depositi trimestrali, è sceso ad un nuovo minimo storico per la diciassettesima seduta consecutiva. Il tasso è sceso oggi all'1,70% dall'1,72% di venerdì secondo la Bloomberg, che cita la European Banking Federation. In calo anche l'Euribor a un mese e quello a una settimana. 

TRICHET OTTIMISTA L'economia mondiale sta ancora rallentano ma si avvicina il «momento della ripresa». Lo ha detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, al termine della riunione dei Governatori del gruppo dei 10 di cui è il portavoce. «Stiamo vedendo alcuni elementi espansivi nell'economia mondiale» ha detto Trichet al termine dell'incontro a Basilea.

UE: 6 MILIONI DI DISOCCUPATI Una "recessione senza precedenti che potrebbe causare altri 6 milioni di disoccupati entro il 2010" e produrre "gravi conseguenze sociali per le famiglie e le persone". Sono le considerazioni del progetto di documento del "Comitato per l'occupazione e per la protezione sociale", contenente i messaggi chiave del Consiglio Epsco al Consiglio europeo di primavera. Nelle ultime stime Ue si era parlato della perdita di 3,5 milioni di posti di lavoro solo per il 2009 e di un tasso di disoccupazione per la zona euro pari al 9,25%.

BORSE IN DIFFICOLTA' Le borse europee viaggiano in rosso a metà mattina, penalizzate soprattutto dal comparto bancario che cede il 4,5%. Parigi arretra dell'1,72%, Francoforte dell'1,07% e Londra dello 0,99% mentre Milano resta il fanalino di coda con il Mibtel a -2,39% e l'S&P/Mib -3,20%. La peggiore del paniere principale è Seat pagine Gialle (-8,42%), che ormai vale un terzo rispetto alle quotazioni del 9 febbraio, giorno di raggruppamento dei titoli nel rapporto di una azione per ogni 200 ordinarie o di risparmio. Nel comparto bancario Ubi Banca cede l'8,87% dopo che Standard & Poor's ha declassato da 'positivò a 'stabilè l'outlook sulla propria valutazione di 'À per il lungo termine e 'A-1' per il breve termine sul merito di credito. In calo del 7,98% il Banco Popolare, penalizzato dal -8% della partecipata Italease e del taglio del dgiudizio a neutral da buy e del target da 6,2 a 2,2 euro da parte di Ubs, mentre Citigroup ha ridotto il prezzo obiettivo a 2,45 da 4,70 euro con giudizio hold. Male Intesa Sanpaolo (-6,4%) e Mediobanca (-6,46%). Telecom Italia arretra del 5% dopo che il Credit Suisse ha abbassato il prezzo obiettivo da 1 a 0,8 euro con underperform. Resistono Eni (+1,46%), venerdì in calo del 5,75%, e Geox (+0,22%) mentre Impregilo, che era riuscita a limitare le perdite grazie al via libera del Cipe a opere per 17,8 miliardi di euro, cede il 4,7%. In calo anche Fiat (-4,3%). Nel resto de listino Tiscali, ancora in asta di volatilità, arretra del 43,80%. La società venerdì ha annunciato il mancato raggiungimento dell'accordo con BSkyB per la cessione delle attività inglesi, oltre all'intenzione di chiedere ai principali istituti finanziatori un periodo di sospensione dei pagamenti di interessi, quote capitali e dei covenant finanziari in vista della elaborazione di un nuovo piano industriale. In grande spolvero Pirelli re (+6,18%) mentre il Credem arretra del 7,12% dopo che Deutsche bank ha alzato il giudizio da sell a hold. In Europa sono in forte calo le banche inglesi con Barclays a -10%, Hsbc -9,36% (-24,1% a Hong Kong) e Lloyds -8,57%. Quest'ultima sabato ha raggiunto un accordo con il governo britannico, a cui passerà la maggioranza assoluta dell'istituto inglese. A Londra Aviva balza invece del 5,76% mentre Axa a Parigi perde il 7,22%. Il Credit Suisse cede l'8,10% dopo la comunicazione che il presidente, Walter Kielholz, lascerà la banca elvetica per andare alla guida di Swiss Re (-2,59% in borsa).

EURO IN RIBASSO A metà seduta l'euro viene scambiato in rialzo anche sulla sterlina e sul franco svizzero, rispettivamente a 0,9066 (0,8977) e 1,4642 (1,4582), in un mercato che continua a muoversi a vista. Gli investitori continuano a penalizzare la divisa britannica perchè, oltre ad avere data già per scontata la fine della politica espansiva della BoE (dopo il taglio allo 0,50% deciso giovedì scorso), ritengono che i dati economici del primo trimestre continueranno a essere particolarmente pesanti. Di conseguenza, secondo gli analisti, per la sterlina c'è la possibilità di riavvicinare i minimi visti a gennaio, nei corridoi 1,40-1,35 sul dollaro e 0,90-0,95 sull'euro. I volumi sulla sterlina sono comunque esigui in vista (il 12 marzo) della diffusione del rapporto sull'inflazione della Banca d'Inghilterra. Al giro di boa il dollaro tratta in generale progresso e viene scambiato a 1,1636 franchi (1,1524) e a 1,3878 per una sterlina (1,4116). A fornirgli propellente anche le più recenti dichiarazioni di Lawrence Summers, consigliere economico della Casa Bianca, che hanno rafforzato tra gli investitori la sensazione dell'importanza degli sforzi dell'Amministrazione Usa contro la crisi. Summers, in particolare, ha affermato che l'economia mondiale «necessita di maggiore domanda» e il G20 deve impegnarsi per rispondere a questo fabbisogno in tempo con «un'azione straordinaria dei poteri pubblici». Un'appello che trova credito tra gli addetti ai lavori in vista del prossimo summit dei capi di Stato e di governo (G20) in calendario a Londra per il 2 aprile. L'appello di Summers, inoltre, è perfettamente in linea con gli auspici dell'Fmi.

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